PALERMO – “I nostri bambini sono ancora senza banchi”. Inizia così, senza troppi giri di parole, la segnalazione delle mamme della prima A della scuola Rosolino Pilo. L’istituto palermitano in via Sebastiano La Franca non è nuovo alle cronache locali, e a metà settembre era stato al centro di una diatriba proprio sulla mancanza dei banchi: da un lato il consigliere leghista Igor Gelarda e alcuni genitori a denunciare che gli alunni non disponevano di un appoggio, dall’altra il dirigente Maria Ausilia Lupo a difendere la scelta di far partire le lezioni ugualmente. Oggi la storia si ripete, ma non si tratta di un caso isolato: come molti dirigenti scolastici avevano anticipato a Live Sicilia nelle scorse settimane, c’era già il sentore che i banchi monoposto potessero tardare ad arrivare anche oltre la fine di ottobre.
“Nessuna risposta certa”
“Nel nostro caso parliamo di circa quattordici bambini, ma i banchi mancano in tutta la scuola – commentano i genitori della prima A –. I nostri figli hanno cinque o sei anni e sono costretti a stare seduti sulle gambe, fino a martedì scorso per tre ore, adesso per quattro perché la dirigenza ha esteso l’orario”. Le mamme raccontano che “ultimamente la scuola sta usando dei rimedi che possano sostituire in qualche modo il banco, ma alcuni bambini cominciano ad avere qualche dolore; ma soprattutto abbiamo paura che i piccoli restino indietro coi programmi non potendo fare molti esercizi scritti”. Quindi fanno presente di aver chiesto notizie sui banchi monoposto al Provveditorato agli studi di Palermo, senza avere “nessuna risposta certa. Al Provveditorato hanno allargato le braccia dicendoci che le spedizioni dipendono dal Ministero dell’Istruzione”.
“Non sono rimasta a guardare”
Dal canto suo, il dirigente scolastico Maria Ausilia Lupo ribadisce la linea adottata anche a settembre: “La rabbia dei genitori si è amplificata quando ho chiesto di aumentare l’orario di un’ora, qualche giorno fa – dice – ma era un dare più che togliere, per garantire l’offerta formativa. Questa cosa è stata letta come un abuso, ‘i bambini sono già scomodi quindi si poteva evitare’, ma per me era l’opposto”. Lupo comunque non nasconde il disagio: “Stare senza banchi non è bello, ma quantomeno nel frattempo non sono rimasta a guardare: ormai da tempo i bambini possono contare su delle tavolette rigide ‘blocca fogli’ in plexiglas, che ho comprato e distribuito a tutte le classi dalle prime alle quinte elementari. E devo dire che all’indomani di questa consegna si era registrata una riflessione positiva da parte dei genitori, chiaramente in attesa dei banchi monoposto”.
“In più per fortuna abbiamo un ampio cortile interno – aggiunge la preside della scuola Pilo – e dato il clima che abbiamo a Palermo possiamo sfruttarlo, magari organizzandoci in turni fra le classi. Una proposta che il consiglio d’istituto ha votato all’unanimità, perché gli alunni possano svagarsi per un po’ di tempo con attività diverse dallo stare seduti senza banchi. Insomma – prosegue – non si tratta di stare quattro ore ‘ingessati’ sulle sedie, con lezioni frontali, ma di passare il tempo in un’atmosfera e con metodi di insegnamento più creativi”.
La lettera al ministro
Il dirigente scolastico ci tiene a rendere noto di aver scritto un appello alle istituzioni, proprio per chiedere chiarimenti sulla lunga assenza dei banchi monoposto. Una lettera rivolta al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e inviata per conoscenza anche agli assessori all’Istruzione regionale e comunale, Roberto Lagalla e Giovanna Marano. Un “lamento garbato rivolto a chi si occupa dell’istruzione – commenta Lupo – che mi sono sentita di fare anche per senso del dovere nei confronti dei genitori”.
“La scuola, la mia scuola, è l’unico luogo e punto di riferimento per il quartiere – si legge nella lettera –. Avamposto di disagi, oggi più che mai, esasperati da una povertà culturale con cui facciamo i conti ogni giorno. Ad oggi numerosi istituti superiori hanno ricevuto gli arredi che avrebbero dovuto assicurare il distanziamento tra gli alunni ma, ironia della sorte, il ‘caso’ ha voluto che tali scuole declinassero a distanza la tradizionale didattica in presenza. Di contro – prosegue Lupo – gli istituti del primo ciclo continuano a garantire la didattica in presenza; quella presenza che nutre e si nutre del magico incontro e dello scambio di sguardi; linfa dello sviluppo e della crescita; palestra di civismo e senso di responsabilità che ci fa persone di diritto… In totale assenza di banchi!”.
“Sento crescere giornalmente il dissenso dei genitori – scrive ancora il dirigente scolastico – e si moltiplicano le richieste di chiarimento sulla mancata consegna degli arredi alle quali non so dare risposte rassicuranti. Le famiglie hanno sottoscritto un patto di corresponsabilità, un’alleanza, che abbiamo il dovere di ossequiare, pena il rischio di apparire poco credibili e inaffidabili. Volere è potere, insegna un’espressione nota ai più. Tuttavia la volontà non basta”.