Catania: reperti trafugati, l’inchiesta e il ruolo di “Pietro ‘u dutturi”

Reperti trafugati, l’inchiesta ‘Ghenos’ e il ruolo di “Pietro ‘u dutturi”

I tombaroli ed il fiorente giro d'affari

CATANIA – L’inchiesta Ghenos, che ha mandato a gambe all’aria un’organizzazione di trafficanti internazionali di opere d’arte dal valore di decine di milioni di euro, è partita da Agrigento. Le indagini che hanno messo in luce le attività di un gruppo capace di far sparire – e vendere alle collezioni private di appassionati senza scrupoli di mezza Europa – centinaia di monete e altri beni antichi, partono da qui. È da Agrigento che quattro anni fa la Procura decide di inoltrare un fascicolo. 

Si va a Catania per competenza territoriale – dato che dinamiche, organizzazioni e potenziale mercati partivano da lì – sulle attività, ancorchè svolte dai tombaroli nel sito di Eraclea Minoa, a Cattolica Eraclea. Dalle prime intercettazioni, in pratica, è già chiaro che si tratta di un giro grosso. Si parla subito di “plurime squadre di scavatori clandestini in provincia di Catania” e di un “amplissimo raggio di azione delle stesse”. All’inizio tutto ruota attorno a uno degli arrestati, Pietro Tomasello detto “u dutturi”, descritto come già noto alle forze dell’ordine perchè “ricettatore di reperti archeologici”. Lo scrive a chiare lettere, nell’ordinanza, il gip Simona Ragazzi.

L’inchiesta e le intercettazioni

È da questo che sono partite intercettazioni telefoniche, acquisizione di tabulati, videoriprese, perquisizioni, sequestri e arresti in flagranza di reato. Insomma: un’attività a 360 gradi che ha visto in prima fila i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio archeologico di Palermo. Il tutto, sotto il coordinamento della Procura di Catania. A illustrare i risultati dell’operazione, qualche giorno fa, sono stati il procuratore Francesco Curcio e l’aggiunto Fabio Scavone.

Tutto è partito così, ma Tomasello, va specificato, non è indagato per associazione a delinquere. A lui sono contestate singole ipotesi di ricettazione di beni culturali. Sta di fatto che l’inchiesta è iniziata così. E già nella loro informativa, i militari del nucleo lo spiegano bene: “La ricerca archeologica clandestina costituisce solo un anello della più ampia “filiera” del traffico illecito di beni archeologici”. 

Le fasi del ‘business’

La prima fase è rappresentata dagli scavi. I “tombaroli” avrebbero usato strumenti specialistici per “analizzare il terreno (metal detector, “branda”, georadar) e per effettuare gli scavi (“spillone”, “zappetta”, macchine per movimento terra)”. 

La seconda fase della filiera è quella della vendita. “Sebbene, in certe circostanze, i tombaroli possano vendere direttamente i reperti trovati, la prassi investigativa evidenzia che, in genere, tali beni vengono portati a soggetti (o gruppi) che svolgono la funzione di ricettatori per quella determinata area geografica”. C’era chi se ne occupava, in pratica. Il reperto trafugato a km zero, in pratica, è solo l’eccezione: si passa da venditori. Loro si occupano di “smerciarli ai destinatari finali o destinarli ad altri trafficanti che operano sul mercato italiano o estero”. 

Anche falsari all’opera

L’ultimo passaggio, la destinazione dei reperti agli acquirenti finali, può avvenire sia con trattativa diretta sia attraverso un intermediario. In certi casi, a finire al centro del giro, sono anche intermediari legittimi, come, ad esempio, una casa d’aste all’estero. In questo caso, i beni vengono messi all’asta da prestanome delle organizzazioni.  Un giro, insomma, dove nulla viene lasciato al caso. 

Vi è poi anche una figura ulteriore, allo stesso tempo simile e differente: sono i falsari. Hanno il compito di realizzare manufatti del tutto somiglianti ai reperti archeologici autentici. È frequente, infatti, che reperti falsi siano inseriti tra gli autentici, “al fine di  aumentare i profitti della vendita ed assicurare un flusso costante di oggetti (anche in periodi di scarsità di rinvenimenti)”. In questa categoria, secondo i carabinieri, sarebbe rientrato proprio Tomasello.


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