La scuola ed il valore formativo delle relazioni tra pari

La scuola ed il valore formativo delle relazioni tra pari

L'anno scolastico e il “gruppo classe” come contesto di crescita
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
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Il mese di ottobre segna il momento in cui l’anno scolastico comincia ad entrare nel vivo. Gli studenti iniziano a conoscersi sempre meglio, e nei gruppi classe si cominciano a definire i vari ruoli e ad evidenziare le prime “dinamiche interne”.

È il periodo in cui iniziano a crearsi quei primi “equilibri sociali” che, con buona probabilità, saranno destinati a modificarsi piú volte durante la durata del percorso scolastico, in modo naturale oltre che necessario, in virtú di quella dinamicità tipica dei piccoli gruppi.

Scuola, contesto esperienziale per la costruzione del sé

È innegabile riconoscere come il tempo trascorso a scuola occupi una parte significativa della vita degli studenti: bambini, ragazzini o adolescenti che siano.

Insieme alla famiglia, la scuola rappresenta infatti un contesto fondamentale di crescita e di costruzione del sé.

Il gruppo classe è il primo gruppo sociale di appartenenza “al di fuori” della famiglia, un microcosmo dove si intrecciano esperienze relazionali ed emotive che contribuiscono al processo di formazione dell’identità.

Attraverso il confronto con i pari, ogni alunno impara infatti a conoscere sé stesso, a gestire le differenze, a confrontarsi con le regole condivise e con l’autorità dell’adulto. 

É in questo ambito che si sviluppano competenze fondamental quali cooperazione, ascolto, empatia e capacità di negoziare e accettare l’altro.

I conflitti come occasione di crescita 

In questo percorso di costruzione del gruppo, anche il conflitto è un passaggio inevitabile e, in una certa misura, necessario.

Ogni insieme di individui, per trovare un proprio equilibrio, attraversa inevitabilmente momenti di tensione, disaccordo o competizione, che potranno comunque ripresentarsi anche in altri momenti successivi.

É quando bisogni, aspettative o ruoli si scontrano che emergono i conflitti.

Ma questo non rappresenta un segnale di fallimento, bensì una tappa fisiologica del processo di sviluppo e mantenimento del gruppo.

Tra appartenenza e differenziazione

All’interno della classe ogni alunno sperimenta soprattutto la possibilità di essere riconosciuto e apprezzato.

Quando il gruppo è accogliente e cooperativo, l’identità si sviluppa in modo sicuro e autentico. 

Sentirsi parte di un gruppo è un bisogno primario, e l’appartenenza fa sperimentare sicurezza, autostima e senso di continuità. 

Il gruppo dei pari assume dunque una funzione identitaria cruciale: ci si specchia negli altri, ci si confronta, si sperimentano somiglianze e differenze.

Ed è attraverso questa “continua danza tra integrazione e differenziazione” che ciascuno costruisce il proprio senso di sé, imparando a bilanciare il bisogno di appartenere con il desiderio di affermare la propria unicità.

Esclusione e vulnerabilità

Accanto alle esperienze di appartenenza ed integrazione, nei gruppi possono anche emergere dinamiche di esclusione. Essere messi da parte o non sentirsi accettati può minare la fiducia in sé e negli altri. Le cause possono includere differenze personali e/o fragilità relazionali.

Riconoscere e affrontare queste situazioni è fondamentale per prevenire isolamento o bullismo e per promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione.

Nel gruppo classe, dove i ragazzi sperimentano quotidianamente il confronto con i pari, le differenze, i giudizi, la “vulnerabilità” diventa un terreno delicato ma prezioso di crescita.

Un gruppo che riesce a riconoscere e valorizzare la vulnerabilità diventa un “contesto protettivo”, in cui la differenza non è più una minaccia, ma un valore.

Quando i ragazzi imparano a esprimere i propri vissuti senza paura di essere giudicati, si crea uno spazio relazionale autentico, capace di sostenere e integrare.

Scuola e famiglia: una rete che sostiene la crescita

Nessun gruppo classe cresce da solo!

Dietro la vita quotidiana di ogni aula ci sono “adulti” che, con ruoli diversi, contribuiscono a creare il clima emotivo ed educativo in cui gli alunni vivono.

Insegnanti e genitori, pur da prospettive differenti, condividono la stessa responsabilità: offrire ai ragazzi un contesto stabile, coerente e accogliente, capace di accompagnarli nel loro percorso di crescita personale e relazionale.

Gli insegnanti, con il loro lavoro in prima linea, possono osservare le dinamiche, promuovere attività collaborative, valorizzare le differenze e intervenire nei conflitti.

La famiglia contribuisce a sua volta, offrendo a monte modelli di relazione basati su rispetto, fiducia e confronto costruttivo.

Quando scuola e famiglia cooperano, gli alunni percepiscono un contesto sicuro, coerente e capace di sostenere la loro crescita personale e sociale.

Quando scuola e famiglia dialogano e condividono obiettivi, gli studenti percepiscono un messaggio coerente:

gli adulti che si prendono cura di loro parlano la stessa lingua e li accompagnano nella stessa direzione.

Gruppo come palestra di vita

Un buon gruppo classe dunque non nasce spontaneamente, ma si costruisce nel tempo, attraverso la cura delle relazioni e la consapevolezza di ciascuno.

Quando il clima è positivo, il gruppo diventa una vera “palestra di vita”, in cui i ragazzi imparano a stare insieme, gestire emozioni e conflitti e riconoscere che la differenza non è una minaccia ma una ricchezza.

Il valore insostituibile delle esperienze reali

In un’epoca di legami fragili e mediati dal digitale, la dimensione reale del gruppo resta un’esperienza insostituibile di crescita affettiva, sociale e identitaria.

Oggi, più che mai, bambini e ragazzi vivono relazioni che si sviluppano anche attraverso schermi e piattaforme, dove la comunicazione è veloce ma spesso priva di profondità emotiva.

La scuola, con la sua quotidianità fatta di sguardi, parole, gesti e presenze concrete, rappresenta uno dei pochi spazi in cui è ancora possibile fare esperienza diretta dell’altro: incontrarlo, confrontarsi, entrare in relazione autentica.

È in questo “spazio vivo” che ciascun alunno può costruire la propria identità relazionale, riconoscendosi come individuo unico ma sempre in connessione con gli altri.

Incontrare la diversità, affrontare il conflitto, sentirsi accolti anche nelle fragilità, sono tutte esperienze che non possono essere sostituite da nessuna interazione virtuale.

Esse fondano il senso di appartenenza e di umanità che accompagna la crescita e prepara alla vita adulta.

Investire nelle relazioni: una responsabilità condivisa

Per questo, investire sul benessere relazionale dei gruppi classe non è un compito accessorio, ma un “obiettivo educativo fondamentale”, che riguarda insegnanti, genitori e comunità tutta.

Ogni relazione significativa costruita a scuola contribuisce non solo all’apprendimento, ma alla formazione di cittadini più consapevoli e maggiormente capaci di vivere nella complessità del mondo contemporaneo.

Educare alle relazioni, educare alla vita

Investire nel benessere relazionale dei gruppi classe significa, in definitiva, credere nel potere trasformativo delle relazioni umane.

In questa prospettiva, la scuola non è solo un luogo di trasmissione di saperi, ma una “comunità educante” che forma alla convivenza, alla solidarietà e all’accoglienza.

…Perché è solo nella relazione con l’altro che impariamo chi siamo, scopriamo il nostro valore e comprendiamo che crescere non è un percorso solitario, ma un cammino condiviso.

[La dott.ssa Pamela Cantarella è. una psicologa clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), libera professionista e specializzanda in Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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