PALERMO – Temevano che si pentisse provocando un terremoto, facendo cadere altri indagati “come birilli”. Un fatto grave che andava verificato il prima possibile e in prima persona, anche a costo di correre un grave rischio.
E così Anna Porcello e il compagno Giancarlo Buggea decisero di seguire da vicino il licatese Vincenzo Bellavia, fin dentro il Tribunale del Riesame al Palazzo di giustizia di Palermo.
Con una sostanziale differenza fra i due: Porcello era l’avvocato di Bellavia e aveva il diritto di essere presente per ragioni difensive, mentre Buggea si presentò con il solo obiettivo di controllare con i propri occhi cosa stesse accadendo.
Bellavia è stato arrestato il 20 giugno 2019 con l’accusa di avere veicolato i messaggi del boss Angelo Occhipinti e gestito la cassa della famiglia mafiosa. Le prime paure emersero il successivo 27 giugno nello studio di Porcello, a Canicattì.
L’avvocata aveva saputo da un altro mafioso che Bellavia, detenuto nel carcere di Caltanissetta stesse per saltare il fosso. “Ancora una volta Porcello – scrivono i pm della Dda di Palermo e i carabinieri del Ros – smetteva i panni del legale incaricato della difesa tecnica dei suoi assistiti e indossava i panni del prezioso ‘consigliori dell’associazione mafiosa, suggerendo scelte da compiere e strategie da attuare”.
“Se parla questo che è a Caltanissetta – diceva il legale – tipo birilli dice che cadono… tu… tu… tu… tu… tu… perché questo sa tutto”. Bellavia sapeva tutto “perché lui (si riferirebbe ad Angelo Occhipinti) lo mandava a tutti i paesi. Perché questo dice: se cade questo… dice… cade Sansone con tutti i filistei… e questo sa un sacco di cose che lui ha letto in un messaggio e riprendeva il messaggio… portava il messaggio e riprendeva il messaggio”.
L’1 agosto 2019 si celebrava dinanzi al Tribunale del Riesame di Palermo l’udienza per valutare l’istanza di scarcerazione che Porcello aveva presentato per conto di Bellavia. L’avvocata si presentò in Tribunale con il compagno Buggea.
Valeva la pena rischiare, visto che Buggea è un pregiudicato per mafia. Le telecamere di sicurezza lo hanno immortalato mentre passava i controlli. I carabinieri seguivano i suoi spostamenti.
Né in quell’udienza, né nelle successive Bellavia ha manifestato la volontà di collaborare. Buggea si tranquillizzò, ma la sua visita in tribunale è rimasta impressa nei fotogrammi.