ROMA – Sensori nei pozzi d’acqua e nelle sorgenti di tutte le regioni italiane per ascoltare ogni minimo sussulto della terra, capire meglio terremoti e vulcani e controllare la qualità dell’acqua: è quanto prevede l’accordo firmato nei giorni scorsi dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) con l’Ispra. L’intesa prevede l’installazione di sensori in pozzi e sorgenti d’acqua. “In questo modo potremo avere finalmente un monitoraggio idro-geochimico in tutte le regioni e raccogliere dati utili su terremoti, vulcani e qualità dell’acqua, per registrare il respiro della Terra e avere una tracciatura geologica capillare del sottosuolo nazionale”, ha osservato il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni.
Gli strumenti controlleranno le falde acquifere registrando le variazioni relative a profondità, temperatura, salinità e composizione chimica. “Uno degli obiettivi è rilevare le modificazioni anomale legate a potenziali precursori vulcanici e variazioni che indichino modifiche nello stato di sforzo della crosta terrestre”. In ogni regione si selezioneranno i siti più interessanti, ad esempio perché vicini ad aree vulcaniche o a zone di faglia. Tutti i dati saranno convogliati nella sala operativa idrogeochimica dell’Ingv, che si trova a Palermo.
(ANSA).