La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 2 milioni di litri di vino in parte inquinato da liquido da refrigerazione e in parte irregolare per l’acidità riscontrata, notevolmente superiore al valore massimo consentito dalla legge, in una cantina vinicola di Castellammare del Golfo. Il nucleo di polizia tributaria di Trapani su disposizione della Procura di Trapani, con l’aiuto dei tecnici dell’Asp 9 di Trapani e dell’Arapa Sicilia, ha sequestrato l’impianto di lavorazione di prodotti vinicoli di Castellammare del Golfo “in quanto il ciclo produttivo di trasformazione avveniva senza l’utilizzo del depuratore da tempo non funzionante”. La Finanza dice che “é stato accertato che i reflui liquidi, altamente inquinanti, derivanti dalla lavorazione delle uve, venivano convogliati direttamente nella rete fognaria, per poi defluire successivamente verso il mare, ove nei giorni precedenti all’intervento era stata notata un’intensa scia di colore rosso”. Le analisi chimiche sul vino, poi, hanno dimostrato che la bevanda non era commercializzabile. Il rappresentante legale e presidente del Cda della cooperativa che gestisce l’impianto è stato segnalato alla Procura per “violazioni di carattere penale in materia di inquinamento ambientale, delitti colposi contro la salute pubblica e adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari”. La Coldiretti commentando l’operazione dice che “il commercio di vino adulterato con refrigerante colpisce gravemente un settore che dopo la grave crisi del metanolo ha saputo recuperare in un quarto di secolo grande credibilità grazie all’impegno dei produttori, diventando il simbolo del successo made in Italy all’estero”. “Tolleranza zero – chiede la Coldiretti – di fronte al ripetersi di questi fenomeni che mettono a rischio il lavoro di centinaia di migliaia di agricoltori impegnati a garantire la qualità a tavola”.
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