PALERMO – Piantagioni indoor e luce “gratis”. Un binomio quasi imprescindibile a Palermo e in provincia, dove dall’inizio dell’anno le forze dell’ordine hanno già arrestato dieci persone. Si tratta di presunti produttori di cannabis pronti a collocare la sostanza stupefacente nel marcato della droga cittadino: le serre casalinghe vengono realizzate alla perfezione, con tanto di sistemi di irrigazione ed illuminazione per ricreare l’habitat naturale delle piante.
E’ il caso della coltivazione scoperta ai primi di maggio a Bagheria dai carabinieri: grazie al fiuto del cane antidroga Mike è stato possibile individuare un’area della villetta in cui si trovavano duecento piante. Era stato tutto organizzato in maniera precisa, dalla disposizione delle all’interno delle stanze, fino alla realizzazione di condotte d’aria impiantate ad hoc per permettere la corretta ventilazione nella serra. E, come quasi sempre accade, è stato anche individuato l’allaccio abusivo alla corrente elettrica.
Costi in bolletta abbattuti per realizzare le piantagioni di droga, proprio come è accaduto anche allo Zen e nella zona di via Uditore a metà marzo. In entrambi i casi a finire in manette sono stati due giovani, le loro coltivazioni erano in tutto composte da 150 piante di cui si prendevano cura senza trascurare alcun dettaglio: dalle ventole per il ricambio dell’aria, all’uso di lampade alogene in alluminio, complete di paraluce, essenziali per il riscaldamento.
Entrambi i sistemi erano collegati ad un termostato necessario per la regolazione della temperatura ed erano abusivamente allacciati, tramite un impianto rudimentale, alla rete elettrica pubblica. Danni economici per migliaia di euro nei confronti dell’Enel, che da tempo ha avviato una collaborazione costante con le forze dell’ordine per scovare i “furbetti” del contatore. Tra questi ci sono proprio coloro che realizzazione coltivazioni di droga indoor: quattro gli arresti scattati a marzo, tre a febbraio, altri tre a gennaio.
Dallo Sperone allo Zen, da Pallavicino a Partinico: coltivazioni di droga e furti di luce sembrano camminare quasi sempre insieme. Nel 2016 gli arresti per coltivazione di sostanze stupefacenti e furto di energia elettrica sono stati più di quaranta. Un numero che aumenta di cinque volte se si considerano gli arresti per lo stesso reato accertato in altri contesti, come in quello delle attività commerciali.
Le forze dell’ordine hanno infatti hanno potenziato l’attività di controllo e monitoraggio per contrastare il fenomeno ormai dilagante sia in città che in provincia e l’anno scorso hanno fatto scattare le manette per più di duecento persone, cinquanta delle quali titolari o gestori di esercizi commerciali.
I denunciati ammontano in tutto a 149 e riguardano varie categorie, dalle casalinghe agli impiegati, dai disoccupati ai pensionati. Attività artigianali e di rivendita alimentari nel mirino, con decine di arresti. Nel dettaglio le manette sono scattate per i titolari di cinque panifici, due macellerie, il gestore di una friggitoria, un falegname, quattro meccanici, due titolari di pizzerie e due di paninerie, un allevatore, un venditore di prodotti ittici, due fabbri. Irregolarità anche in un autolavaggio, cinque centri scommesse, una ditta di lavorazione del vetro, un albergo e un club sportivo.