"Serve un Pd aperto e liberale | C'è chi tira il freno a mano" - Live Sicilia

“Serve un Pd aperto e liberale | C’è chi tira il freno a mano”

Verso la Leopolda siciliana. Intervista a Davide Faraone: "La nostra iniziativa è aperta a tutti". Come deve essere il Pd, secondo i renziani. I rapporti con Crocetta: "Dice che a Roma qualcuno rema contro? Se fosse così, il suo governo non sarebbe nato".

intervista a Davide Faraone
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PALERMO – Un Pd dalle porte aperte, anche a chi viene da storie diverse. Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione e leader dei renziani siciliani parte dallo spirito della “Leopolda siciliana” che si terrà a Palermo sabato e domenica per spiegare la nuova identità del partito. Rispedendo al mittente le critiche sull’ingresso di Articolo 4 o di esponenti di altre aree politiche nel Pd. “Aprire aprire aprire” è la parola d’ordine. Con buona pace dei critici, Faraone fa spallucce. E sui difficili rapporti con Crocetta spiega: “Se qualcuno tira il freno a mano sulle riforme noi ci facciamo sentire”.

Onorevole Faraone, questa “Leopolda siciliana” in programma nel weekend è l’Opa dei renziani siciliani verso il governo regionale e il partito o un’iniziativa che si mette al servizio del Pd?

“Abbiamo voluto ispirarci alla Leopolda di Firenze perché abbiamo il medesimo spirito. È un’iniziativa aperta a chiunque per mettere in campo proposte e idee per il governo. Prima lo facevamo quando non eravamo al governo, ora, che invece abbiamo la responsabilità di amministrare, vogliamo offrire programmi per il governo nazionale e regionale. E vogliamo farlo trattando temi rivoluzionari. Non ci facciamo inibire dai totem, proprio come a livello nazionale abbiamo fatto con l’articolo 18. Anche a livello regionale credo che ci siano dei totem che valga la pena abbattere”.

Per esempio?

“Un’idea di economia da soviet, in cui tutto è gestito dal pubblico, senza pensare a un’economia privata. Un modello su cui destra e sinistra hanno bivaccato, su posizioni di assistenzialismo”.

Ma proprio su questo modello la politica siciliana ha costruito il consenso. Non prevarrà il timore di perderlo?

“Noi ci aspettiamo di costruire una partecipazione e adesione libera dei cittadini. E per questo ci vuole un’economia libera. Usare la parola liberale per uno di sinistra non può essere sconvolgente. Forse lo è per qualche vecchio dirigente del mio partito. Io credo invece che sia un fatto di sinistra: con questa economia come l’abbiamo immaginata in questi anni non andiamo da nessuna parte”.

C’è però un problema di mancanza di risorse per attivare lo sviluppo.

“Io credo che dobbiamo puntare sui fondi comunitari. Che in questi anni sono stati spesi per il rifacimento dei marciapiedi o le facciate delle parrocchie. Quei fondi devono essere utilizzati non a pioggia, ma su grandi asset strategici Per passare da un’economia assistita e pubblica a un’economia dei saperi. E alla Leopolda ci saranno proprio i protagonisti dei saperi”.

A chi si riferisce?

“Ci saranno i rettori delle Università, personalità dell’impresa, da Ivan Lo Bello a Zamparini, persone diverse che rappresentano le imprese sane e forti di questa terra. Ci saranno sindaci, rappresentanti del mondo della disabilità, della Chiesa e poi certamente persone che fanno politica. Ci sarà Raciti, con cui il rapporto è ottimo. Ma mi aspetto la partecipazione di tanta gente che non è del Pd, di tanti che verranno a curiosare, non ci saranno simboli di partito. E stiamo registrando un sacco di adesioni. Non ci interessa chi ha la puzza sotto il naso e chi pensa che c’è solo gente che vuole salire sul carro del vincitore. La politica non è fatta solo dai parlamentari e dal ceto politico”.

C’è anche chi ha detto che non verrà perché il Pd governa da due anni e passa in Sicilia, ed è un po’ tardi per le manifestazioni di intenti.

“Noi stiamo facendo una manifestazione che è esattamente opposta a quella che farà lo stesso giorno la Lega. È a quello scenario che guarda la nostra manifestazione non alle beghe locali. Noi vogliamo far capire agli italiani che c’è un modello positivo di chi si sbraccia e fa le cose e uno negativo di chi sbraita e dice solo no”.

Ma non trova che ci sia anche una classica corsa a salire tutti sul carro del vincitore, tutti diventati renziani dell’ultima ora?

“Io preferisco molto più un problema di crescita che il problema di chi scappa o non si avvicina neanche al Pd, come accadeva negli anni scorsi. Dobbiamo aprire aprire aprire, è un atteggiamento che avevamo ieri quando ci battevamo per le primarie e che abbiamo anche oggi. Naturalmente chi decide di stare in un partito, deve aderire a un codice etico e a un percorso politico. Dopo di che, alla Leopolda non ci saranno bandiere di partito. E noi ci aspettiamo una manifestazione massiccia”.

Ma aprendo le porte a tutta una serie di pezzi del vecchio centrodestra il Partito democratico non rischia di snaturarsi?

“Io penso che nessuno possa negare che da Bersani a Renzi la natura del Pd sia profondamente cambiata. Il Pd era fuori dal socialismo europeo, c’è entrato con Renzi. Noi abbiamo messo in atto una serie di azioni che noi consideriamo di sinistra. C’è chi invece, nella politica e nei sindacati, ha considerato il conservatorismo roba di sinistra. Noi lo riteniamo di destra. È un fatto che c’è stato un congresso e noi abbiamo vinto. Adesso il corso è diverso e c’è questa voglia di aderire perché il Pd è cambiato. Abbiamo costruito un contenitore del 40 per cento, c’entrano 40 litri d’acqua, non ne bastano 20 per riempirlo. Quelli che fino a poco tempo fa venivano respinti al gazebo perché volevano votare, oggi trovano casa nel Pd. E non c’è nessuno che li respinge”.

Intanto però state al governo. E il vostro rapporto con Crocetta è costellato da polemiche. Che sembrano non cessare. C’è un problema tra voi e il presidente della Regione?

“Il tema non è il rapporto con Crocetta, Noi dobbiamo avere l’atteggiamento di chi decide di fare le riforme perché servono alla Sicilia. E queste riforme in Sicilia devono essere elevate all’ennesima potenza. Tutte le volte che abbiamo visto tirare il freno a mano su questo, abbiamo posto il problema. Il centrosinistra deve costruire le condizioni per presentarsi alle prossime elezioni in maniera credibile. Poi, per le questioni che porremo e per come le porremo, rinvio tutto alla Leopolda”.

Ma intanto c’è l’urgenza del bilancio regionale. E serpeggia sempre questa distanza di vedute tra il governatore e l’assessore all’Economia, vicino alla vostra area. Baccei rischia l’isolamento?

“Se si costruisce l’isolamento attorno a Baccei è perché si pensa che Baccei sia venuto a far cose che il governo regionale di centrosinistra non vuole. Io penso invece che lui sia interprete di quello che il centrosinistra voglia fare, allora se c’è un isolamento, quella è una spia di un problema. Il presidente della Regione ci ha assicurato pieno sostegno al suo assessore all’economia, e ci rassicura che stanno lavorando insieme”.

Ma è vero che qualcuno nel governo nazionale lavora contro la Sicilia? Lo ha detto Crocetta due giorni fa…

“Io credo che ci sia un governo nazionale che sta costruendo tutte le condizioni per dare una mano alla Sicilia. Il tavolo sull’economia è già partito. Poi si lavorerà su Ambiente e Istituzioni. Ci stiamo mettendo la faccia. Ricordo che Delrio e Guerini, che saranno alla nostra Leopolda, hanno contribuito alla nascita del governo Crocetta, Se qualcuno remasse contro, questo governo non sarebbe nato”.

 


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