PALERMO – L’hanno trovato accasciato per terra, non dava segni di vita. L’hanno soccorso e portato all’ospedale più vicino, Villa Sofia. Al loro arrivo hanno raccontato di avere sentito la brusca frenata di un’auto e di essersi immediatamente diretti al pronto soccorso: credevano il loro collega fosse stato investito da quella macchina che si era data alla fuga.
A Villa Sofia, nonostante le manovre rianimatorie, per un operaio di 54 anni non c’è stato niente da fare. E il suo decesso è adesso avvolto nel mistero. Sul corpo di Giovanni Calì, operaio palermitano, il pm ha disposto l’autopsia, che nelle prossime ore sarà effettuata presso l’istituto di medicina legale del Policlinico. La salma è stata trasferita dalla camera mortuaria di Villa Sofia, dove nella giornata di ieri si sono registrati più volte momenti di tensione.
Per sedare gli animi è stato necessario l’intervento della polizia: i parenti pretendevano la riconsegna della salma, ma non è stato possibile perché a disposizione dell’autorità giudiziaria. Saranno infatti le indagini a fare luce su ciò che ha provocato la morte dell’operaio, impegnato ieri nei lavori per la ristrutturazione di un palazzo in via dei Nebrodi.
I medici del nosocomio palermitano non hanno rilevato lesioni compatibili con un eventuale incidente, a parte una ferita sull’arcata sopraccigliare. Per questo l’ipotesi privilegiata è che Calì sia stato stroncato da un infarto.