“Sì, è vero, questo ragazzo, figlio di un ex dipendente, è venuto a propormi questa idea, che mi era sembrata subito interessante perché consentiva di migliorare gli introiti dell’azienda. Tuttavia, quando l’ho portata all’attenzione dei miei dirigenti, è venuto fuori il dubbio sulla legittimità che a vendere i biglietti fossero non dipendenti dell’Amat. Per questo è stato bloccato tutto”. Mario Bellavista, presidente dell’azienda che si occupa del trasporto pubblico a Palermo, replica alle parole di Salvatore Di Liberto, finito ieri sera al centro di un servizio di “Striscia la Notizia” su una presunta compravendita di posti di lavoro in cambio di voti alle prossime comunali.
“Ho perfino chiesto un parere all’Asstra nazionale, il sindacato di categoria – dice Bellavista a Livesicilia – e mi hanno spiegato che l’attività di vendita dei biglietti può essere effettuata solo dai dipendenti dell’azienda. Preso atto di questo, il progetto è stato bloccato. Smentisco divergenze interne al cda che avrebbero provocato lo stop del progetto. D’altronde, il consiglio nulla poteva fare di diverso da quello che ha fatto”.
“Dopo alcuni mesi – continua il presidente dell’Amat – abbiamo cominciato a ricevere alcune lettere di fantomatici soggetti convenzionati o convenzionandi con Amat, fra i quali questa cooperativa, che si dicevano pronti a intraprendere il progetto presentato. Circolavano voci, in tutta l’azienda, che ai figli di alcuni dipendenti era stato proposto il lavoro di venditore di biglietti. Ho subito intimato alla cooperativa, per raccomandata, di non millantare convenzioni con la società e l’ho detto anche ai giornali per tutelare quei proveri ragazzi che potevano rimanere vittime di questa proposta illegittima”.
Nel dicembre scorso, però, l’Amat firma un contratto con la cooperativa. “Ho scoperto che erano riusciti a ottenere una convenzione, non firmata da me, per la rivendita dei biglietti così come si fa per gli esercizi commerciale come le edicole. Ovviamente, conoscendo la storia pregressa, appena ho saputo di quanto era accaduto ho chiesto di accertare se ci fosse un’attività commerciale. E dal momento che non c’era, ho provveduto immediatamente a notificare la revoca che ho firmato io stesso. Dopo un mese, sono stato contattato dalla Petyx (inviata di Striscia la Notizia, ndr) che mi ha mostrato le immagini che tutti hanno visto e che rendono ancora più grave quello che stanno facendo queste persone e mi fanno comprendere quanto bene abbiamo fatto a non stipulare la prima convenzione e a rescindere la seconda”.
Bellavista conferma che l’azienda sta indagando anche al suo interno: “Una commissione di inchiesta verificherà eventuali illeciti disciplinari. Sì, io conoscevo Di Liberto, e il progetto poteva anche essere interessante se non fosse che la legge non lo consente”.