Come ha detto, onorevole De Luca?
“Schifani a mia mi pari u’ meravigliatu ra rutta”.
Sarebbe?
“Il meravigliato della grotta, lo spaventato del presepe, vah… Quello che non capisce mai cosa sta succedendo”.
Cateno-Scateno non si smentisce. Da ogni angolo della sua politica soffiano spifferi urticanti. E così perfino una chiacchierata-intervista sulle pagelle politiche di fine anno diventa un film di cappa e di spada sulle medesime. Ovviamente, a colori.
Onorevole, chi è stato il miglior politico siciliano del 2022?
“Io, certamente”.
Ci avremmo scommesso.
“Ma non lo dico per farmi i complimenti da solo. Sono riuscito a creare una forza staccata dalle posizioni tradizionali e i siciliani mi hanno sentito e poi scelto con forza. Al secondo posto metterei Federico Basile, il mio sindaco di Messina. Sta amministrando bene, dopo di me. E non era facile”.
Il peggiore?
“Schifani”.
Ci avremmo…
“… Io non ho capito se c’è o ci fa. Le rileggo il nostro comunicato di poco fa”.
Lo abbiamo pubblicato.
“Il primo dicembre il presidente dice che lo Stato ci riconosce una montagna di soldi, perché lui ha mostrato i muscoli, sulla questione delle accise. Poi, al posto di nove miliardi, torna con una miseria, con un pugno di lenticchie, ma senza il cotechino. E sfotticchia chi glielo ricorda, dopo avere concluso un accordo estremamente al ribasso, senza neanche una delibera di giunta”.
E lei che ne pensa?
“Che è stato colto con le mani nelle marmellata. O lo fa apposta, o è uno sprovveduto. Una terza ipotesi non c’è. Non siamo riusciti nemmeno a chiudere l’anno con l’esercizio provvisorio”.
Il presidente della Regione ha rivendicato molte battaglie, quella sul caro voli, per esempio.
“Forse lui ha viaggiato sempre con l’aereo di Stato, mi viene questo sospetto. Oppure chissà da quanto non veniva in Sicilia. Anche in questo caso ha agito in ritardo, senza ottenere niente per chi deve viaggiare e si accende un mutuo. Siamo all’ipocrisia al cubo”.
Ci sarà qualcuno che si salva, no?
“Penso che il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, nonostante i suoi errori con me, potrebbe diventare un buon presidente, imparando a mantenere la terzietà. E’ giovane, può farcela. Al momento, però, non si salva nemmeno lui”.
E il suo amico Gianfranco Miccichè?
“Qui siamo nel campo del voto non qualificabile. Le ha sbagliate tutte, ma proprio tutte”.
Il suo errore più grande, secondo lei?
“Avere subito la candidatura di Schifani. Ecco il suo suicidio politico. Infatti, Schifani lo sta politicamente massacrando e non si fermerà”.
E che avrebbe dovuto fare?
“Doveva candidarsi, con il peso della sua storia. Avrebbe invertito l’inerzia delle cose. Casomai sarebbero stati gli altri a rompere con lui”.
Vi siete parlati in qui giorni caldi?
“Sì, ma senza risultato. Io avevo in mente di aprire una stagione di discontinuità, senza i Micciché di turno. E gliel’ho detto in faccia”.
Chi sono gli eroi del 2022?
“Tutti i lavoratori della Sanità. E non meritano di essere preda degli appetiti politici. La vicenda dei precari Covid andava inquadrata in un progetto, non trattata come la solita storia di precariato da stabilizzare. Però, mancano le idee”.
Che 2023 sarà per la Sicilia?
“Non vedo una classe dirigente capace di governare e di amministrare. Me ne sono reso conto ancora di più l’altra volta, in un colloquio di tre ore con Marco Falcone”.
Lei, con l’assessore al Bilancio?
“Sì, tre ore i’ riscursi da ragioniere. Ma come vuoi cambiare le cose se fai il ragioniere, gli ho quasi gridato”.
E lui?
“Mi ha sorriso”. (rp)