CATANIA – Elly Schlein: Sicilia coast to coast. La vice presidente della Regione Emilia Romagna ha fatto un tour mordi e fuggi ieri da Palermo a Catania in meno di 24 ore per supportare il centrosinistra siciliano. Due i compagni di strada: Erasmo Palazzotto (candidato del centrosinistra all’uninominale nel capoluogo di Regione) a Palermo, Giuseppe Provenzano (vice segretario nazionale del Pd) a Catania.
Il riscatto della Sicilia
Tanti i temi affrontati nel corso delle due iniziative dall’ex eurodeputata, candidata come indipendente nel Pd a Bologna alla Camera. Dalla tutela dell’ambiente ai diritti sociali passando per le battaglie di libertà: con un unico filo rosso la lotta alle diseguaglianze che penalizzano gli ultimi e le categorie più deboli. Un discorso che in Sicilia soprattutto, dati sulla disoccupazione alla mano, si rivolge a donne e giovani. “Giovani e donne hanno pagato i costi della crisi a partire dal 2008 in termini occupazionali e di precarietà, una situazione aggravata dalla pandemia: questo vuol dire che non ci sarà il riscatto del Paese senza il riscatto della Sicilia e che non ci sarà il riscatto di questa terra senza quello di giovani e donne”, spiega. “Serve un’amministrazione regionale con Caterina Chinnici e una rappresentanza parlamentare come quella che offre questa colazione di persone che hanno una cultura che consente loro di sapere che non c’è sviluppo economico senza un grande investimento di welfare che riduce le diseguaglianze fin dall’inizio, penso agli asili nido e alla scuola”, argomenta.
Welfare e donne
“Dobbiamo investire nella scuola, riscattare la dignità di chi insegna alzando gli stipendi e rendere gratuite le mense scolastiche così come i libri di testo e il trasporto pubblico per le fasce più fragili. E’ da qui che dobbiamo partire per contrastare le diseguaglianze che rischiano di scrivere il destino delle persone”, continua Schlein. Un welfare insomma che consenta di conciliare tempi di vita e lavoro soprattutto per le donne: una visione diametralmente opposta a quella proposta dagli avversari. “Se pensiamo che democrazia è, per forza, anche giustizia sociale e libertà individuale, c’è da essere preoccupati sulle conseguenze di una eventuale vittoria della destra”. “Credo che siano giuste e legittime le preoccupazioni rispetto a una restrizione degli spazi di libertà individuale. Basta vedere quali sono i modelli di riferimento internazionali di questa destra: quando dicono modello Orban sulla famiglia, parlano di un sistema in cui le donne sono relegate al welfare vivente. L’Ungheria è anche un paese che ha cancellato il diritto all’asilo e ha ristretto i diritti delle persone Lgbtq+”, spiega l’ex eurodeputata.