Sicilia, la crisi di governo agita il fronte progressista - Live Sicilia

Sicilia, la crisi di governo agita il fronte progressista

Occhi puntati su Roma mentre nell'isola si lavora alle presidenziali.

PALERMO – Uno spettro si aggira per Palazzo Chigi: lo spettro della crisi di governo. Il Movimento Cinquestelle, scalfito dalla scissione di Luigi Di Maio, potrebbe uscire dalla maggioranza di Mario Draghi o limitarsi ad un appoggio esterno. Il nodo sarà sciolto domani pomeriggio in occasione del tête-à-tête tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. La mossa finalizzata a recuperare terreno e consenso potrebbe tuttavia causare una serie di effetti a catena di non poco conto, in primis la compromissione dei rapporti con l’alleato dem. L’alleanza sarebbe messa in soffitta alle politiche hanno fatto sapere voci autorevoli come il segretario Enrico Letta e il ministro Dario Franceschini. E si andrebbe al voto anticipato. 

Siciliani con il fiato sospeso

Un’ipotesi che in Sicilia agita la galassia giallorossa che con pantagruelica pazienza è arrivata a un passo dal traguardo delle primarie di coalizione per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Il banco delle presidenziali, nei fatti blindate dal regolamento, difficilmente potrebbe saltare ma la corazzata progressista nel percorso verso le politiche potrebbe incontrare ostacoli di non poco conto. Lo scenario sarebbe stravolto. I pentastellati siciliani, fuori dai microfoni, non sembrano nemmeno troppo convinti che oggi si darà il colpo di grazia all’esperienza di governo. Si discuterà e si rivedranno un po’ di cose alla luce dei nuovi rapporti di forza tratteggiati dalla scissione del novello centrista Luigi Di Maio. E allora meglio oliare la macchina dell’organizzazione in vista dell’appuntamento del 23 luglio che, appare ormai evidente, non sarà una passeggiata per nessuno.

L’incognita della partecipazione e il timore del voto segreto 

Ad oggi gli iscritti alla piattaforma online che consentirà di esprimere la propria preferenza sono circa 6000. Pallottoliere alla mano è difficile fare una previsione sul numero finale di elettori, al netto del fatto che i vari candidati sono partiti con tempistiche differenti e che il lavoro della macchina organizzativa (dei due partiti maggiori Pd e M5s) è in moto da poco tempo. I diretti interessati si dicono ottimisti. I dem probabilmente anche guardando ai risultati delle mini primarie di Enna. La scorsa settimana nella provincia ennese hanno votato oltre 15000 persone per scegliere i due candidati in corsa all’Ars, quasi 2000 persone in più di quelle che nel 2017 hanno sbarrato il simbolo del Pd nella scheda elettorale per le regionali. I pentastellati temono non poco il peso della scelta last minute della candidata Barbara Floridia anche per questioni di notorietà (il confronto con Giancarlo Cancelleri tiene banco nelle discussioni off record). E c’è chi potrebbe scegliere un altro candidato violando gli ordini di scuderia per via dei malumori degli ultimi giorni. In via ufficiale però tutti si dicono pronti a fare la loro parte. Anche i dem rischiano di dovere fare i conti con i malpancisti che al grido “nel segreto dell’urna Dio ti vede, Barbagallo no” potrebbero scegliere un altro candidato (una modalità che ricorda quel tipo che per fare dispetto alla moglie…). Insomma, al netto dell’incognita dei franchi tiratori si tireranno le somme soltanto alla fine della corsa.

Le perplessità dei socialisti

L’obiettivo comune rimane agevolare la partecipazione popolare. Non poche preoccupazioni le ha esternate il segretario regionale del Psi, Nino Oddo. “Ufficializzate le tre candidature alle primarie del centrosinistra in Sicilia, si apre questa mini campagna elettorale sull’isola. Intravedo alcuni problemi politici e qualche incongruenza tecnica. Intanto è fallito il tentativo, auspicato anche da noi socialisti,  di allargare il ventaglio delle forze coinvolte”, ha detto. “È  apparso chiaro che i paletti e l’impostazione complessiva rendeva ardua già la partecipazione alle primarie delle forze minori della coalizione e scoraggiava l’adesione di ulteriori soggetti politici. Sul piano tecnico l’obbligo di registrarsi online  almeno 3 giorni della domenica del voto rende di fatto marginale  il voto nei gazebo (se devono andare comunque sul computer di casa  per prenotarsi  che senso avrebbe sobbarcarsi una coda nei gazebo in piena calura estiva per votare in presenza)”, ha argomentato Oddo. “Viceversa gli habitué del voto nei gazebo che si dovessero recare ai gazebo, come da tradizione ,senza avere adempiuto precedentemente a questo passaggio regolamentare dovranno essere rimandato a casa. Spero di sbagliarmi, ma ritengo probabile una bassa partecipazione al voto”, ha spiegato Oddo che secondo insistenti rumors sarebbe orientato schierare il suo Psi a sostegno della candidata dem Caterina Chinnici.

L’incognita del campo largo

Rimane l’incognita del campo largo dopo le parole della candidata pentastellata Barbara Floridia. Il suo niet a renziani, +Europa e calendiani è stato accolto con biasimo sia dal Pd sia da Claudio Fava. La domanda sorge spontanea: che farà la galassia centrista? Il tandem Azione e + Europa sta lavorando all’ipotesi di presentare dei punti programmatici da sottoporre ai candidati in cambio del loro sostegno. I renziani siciliani, invece, sarebbero intenzionati a sposare il progetto del fronte progressista soltanto in caso di vittoria della dem Caterina Chinnici, ma con un quadro politico nazionale così in fermento fare previsioni sarebbe un esercizio troppo rischioso. Caterina Chinnici, Claudio Fava e Barbara Floridia per il momento dovranno concentrarsi sulla sfida delle presidenziali e cercare di convincere quanti più siciliani. A partire dai programmi che saranno illustrati nel corso dei sei incontri previsti in giro per l’isola a partire domenica. Prima tappa: Palermo. Poi sarà la volta di Ragusa, Agrigento, Messina, Gela e Catania. Inizia il primo tempo della partita.


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