Reti di laboratori: sentenza della Consulta e appello a Schifani

Reti di laboratori: sentenza della Consulta e appello a Schifani

Cosa dice la legge e cosa chiedono i consorzi

PALERMO – “Ci appelliamo al presidente Renato Schifani per attuare la sentenza della Corte Costituzionale: la Sicilia può dare il via alle reti dei laboratori d’analisi, anche senza soggettività giuridica, come avviene in altre regioni d’Italia”.

Sono le parole della dottoressa Elisa Interlandi, presidente della Federazione Sanità Cidec, che insieme agli avvocati Davide Di Paola, Giuseppe Barone, Luca Barone e Vincenzo Minnella ha incassato una vittoria legale di non poco conto: sarà possibile anche a chi è fuori dai consorzi riconosciuti, continuare a gestire il proprio laboratorio d’analisi, in convenzione con altri centri.

Cosa dice la legge

Una vicenda complessa. In Sicilia i consorzi con personalità giuridica e 200mila prestazioni/anno gestiscono il sistema di prelievi e analisi biologiche, un sistema che ha messo all’angolo numerose realtà. Il 7 marzo del 2023 la Corte Costituzionale ha celebrato un’udienza molto attesa, scaturita dalla questione di legittimità promossa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri contro la legge regionale siciliana n. 13 del 25 maggio 2022.

Si tratta della legge di stabilità che prevedeva la possibilità, per i laboratori d’analisi, di aderire a una “rete contratto”, senza soggettività giuridica: una forma molto diffusa di reti d’impresa. “Le strutture pubbliche – recita la legge – e private accreditate eroganti prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio possono raggiungere gli standard organizzativi e di personale anche attraverso la costituzione di reti di impresa”.

La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile la questione di legittimità “ritenendo valido – spiega la Interlandi – quanto stabilito con un emendamento dell’attento e puntuale deputato regionale Tommaso Calderone. In questo modo si riconosce l’importanza dei convenzionati esterni e dei laboratori d’analisi accreditati con il SSN in particolare, mortificati dalla politica che, negli ultimi anni, ha prediletto la dismissione dei laboratori sul territorio per finire con il consegnare la sanità a pochi predestinati”.

Come funziona la rete di laboratori?

La conferenza Stato – Regioni consiglia l’aggregazione di laboratori per il raggiungimento delle 200mila prestazioni, ogni Regione può adottare i modelli esistenti nel codice civile. “La rete di laboratori d’analisi – spiega ancora la Interlandi – è composta da un modello di più strutture accreditate, che collegati da standard qualitativi unitari mantengono la fase analitica ma scelgono di inviare al laboratorio specializzato i campioni di alta specialistica garantendo al paziente tutti gli esami. Diamo una qualità del servizio migliore con maggiori prestazioni, tempistiche minori e siamo più capillari, centralizziamo il paziente. L’ Onorevole Calderone ha sostenuto tutta la sanità e le competenze delle strutture di laboratorio che hanno dimostrato di essere indispensabili per il cittadino.”

“Ci rivolgiamo al presidente Schifani – conclude Interlandi – chiedendogli di recepire il Mille proroghe e tutti i modelli organizzativi, come hanno fatto le altre Regioni, affinché l’utente finale sia libero di scegliere il suo modello di diritto alla salute”.


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