PALERMO – “Quel che ci riconosce l’accordo con Roma non è che la minima parte di quel che serve per recuperare anni di depauperamento in danno dei siciliani. Siamo federalisti da prima e con qualche argomento in più di tanti in quanto fedeli allo Statuto siciliano ed all’insegnamento di Sturzo, anche se per un federalismo simmetrico, quindi riteniamo il regionalismo differenziato di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto”. Lo scrive su Fb il vicepresidente e assessore all’Economia della Regione siciliana, Gaetano Armao, replicando a Vittorio Feltri che su Libero attacca la Sicilia e l’accordo che il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato qualche giorno fa con il ministro Giovanni Tria.
“Il modo approssimativo di definire la Sicilia come sprecona e sciamannata, può pure rispondere al suo stereotipo, ma è smentito dalle valutazioni Moody’s e Standard&Poor che hanno ribassato il rating di tante regioni, compresa la sua, ma non quello della Sicilia per il cui risanamento finanziario hanno espresso apprezzamento – aggiunge Armao -. I 2 miliardi che emergono dall’accordo non sono affatto una mancia, intanto perché sono direttamente correlati alle previsioni dello Statuto siciliano che è norma costituzionale, peraltro non sono un trasferimento, ma sono costituiti da minori esborsi e maggiori entrate”.
Armao conclude: “Quando si predilige la contumelia alla verità dei fatti, infangando la storia di una terra, e la si rappresenta ai cittadini, si dimostra che non basta vestirsi da gentiluomini per esserlo. In Sicilia, mi creda, riteniamo di saperne qualcosa”.
“Per troppo tempo – afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima – la Sicilia ha dovuto fare i conti con un’Autonomia dimezzata e uno Statuto mortificato. Insieme a questi diritti negati vi sono stati pure privilegi e sprechi- nessuno vuole negarlo- ma appartengono a una stagione politica passata. L’ottimo lavoro svolto nei negoziati con lo Stato dal governatore Nello Musumeci e dall’assessore Gaetano Armao ha l’indubbio merito di avere avuto come risultato concreto per la nostra Regione minori esborsi e maggiori entrate, in ossequio alle previsioni del nostro Statuto. Non sono né mance né elemosine, ma solo quel che spetta di diritto alla Sicilia e ai siciliani. Spiace, quindi, assistere ancora a certi articoli di stampa che con stereotipi logori e superati mortificano ingiustamente l’immagine della Sicilia e non tengono conto degli sforzi di chi sta voltando pagina”.