PALERMO – I deputati regionali tornano in aula. Dopo tre settimane di stop riprendono i lavori del Parlamento siciliano che oggi sarà impegnato nell’attività ispettiva.
Il ritorno in aula
La road-map, filtra da Palazzo dei Normanni, prevede la convocazione della dei capigruppo per pianificare il lavoro delle prossime settimane dopo i ballottaggi si riprenderà a pieno regime come annunciato dal presidente Gaetano Galvagno. Oggi sapremo quanti onorevoli hanno risposto all’appello del presidente e torneranno a popolare i banchi di Sala d’Ercole. Fonti autorevoli confermano che non dovrebbero partecipare alla seduta i deputati che fanno capo a Cateno De Luca, mantenendo fede all’impegno di tornare in aula soltanto si affronterà la questione dell’abolizione dell’adeguamento Istat alle indennità dei parlamentari regionali. Governo e Parlamento realisticamente dopo i ballottaggi dovranno premere sull’acceleratore per recuperare il tempo perduto e scrollarsi di dosso il record negativo di sei leggi approvate in sette mesi.
La partita di Siracusa
Ma i temi che tengono banco, soprattutto alla latitudine di Palazzo D’Orleans, sono di natura prettamente politica. In primis, la partita dei ballottaggi con il centrodestra a trazione Forza Italia che si gioca tanto a Siracusa per eleggere Fernando Messina. Un duello insidioso soprattutto dopo l’apparentamento del sindaco uscente Francesco Italia con l’ex azzurro Edy Bandiera. Il centrodestra per non fallire nell’impresa si è apparentato con il renzianissimo Giancarlo Garozzo, intesa che però gli ha fatto mancare il sostegno della nuova Dc (esclusa dal consiglio senza il premio di maggioranza sacrificato sull’altare dell’intesa al secondo turno). Ma c’è soprattutto la questione del possibile ritocco alla giunta regionale che agita gli animi dei principali attori del centrodestra siciliano.
Rimpasto e questioni interne ai partiti
I meloninani spingono per affrontare il caso Turano legato a doppio filo con le amministrative di Trapani ma con qualche significativa voce fuori dal coro. Il deputato nazionale Manlio Messina ha messo nero su bianco (nel corso della trasmissione Il Punto) che se, come ha detto Luca Sammartino, l’assessore ha sostenuto Maurizio Miceli pur non riuscendo a coinvolgere gli uomini a lui vicini sul territorio il caso non esiste. Diversamente andrebbe imbastito un ragionamento diverso. Un eventuale rimpasto, del resto, non potrebbe non coinvolgere gli altri partiti della coalizioni dunque anche FdI (e l’assessore Francesco Scarpinato in primo luogo). Il tentativo di gettare acqua sul fuoco potrebbe nascere dalla volontà di blindare i propri assessori che magari qualche compagno di partito vorrebbe sostituire (in un gioco a incastro di correnti per garantire maggiore rappresentanza alle varie anime di FdI). Un pensiero analogo si fa dentro la Lega con la vecchia guardia, riunita attorno alla segretaria regionale Annalisa Tardino, che non si straccerebbe le vesti se venisse sostituito l’assessore Turano (blindato dal duo Sudano-Sammartino). La presenza di Matteo Salvini in Sicilia, che oggi sarà a Messina, potrebbe essere utile per affrontare la questione. Il dossier rimpasto sarà affrontata da Renato Schifani subito dopo il voto di domenica e il Risiko potrebbe essere di non facile soluzione.