PALERMO – Due mesi. La prospettiva di uno sforamento dei tempi è realtà. E i limiti dell’esercizio provvisorio, già annunciati dal presidente della Regione Renato Schifani, slittano ancora. Rispetto al mese, che era il termine indicato dalla commissione Bilancio dell’Ars, si arriva a febbraio. La seduta d’aula ha offerto più di uno spunto per una resa dei conti, l’ennesima, tra le anime di una maggioranza tutt’altro che pacificata.
L’atteso intervento di Gianfranco Miccichè, l’ex presidente dell’Ars da tempo all’attacco del collega di partito e capo dell’esecutivo, Schifani, non ha risparmiato strali all’avversario. A sorpresa, il leader di FI in Sicilia ha deciso di continuare la propria battaglia all’interno del partito sullo scacchiere isolano rinunciando al seggio al Senato: “Domattina consegno le dimissioni dal Senato”, ha tuonato il deputato regionale, intervenendo in Assemblea. “Uno dei motivi che mi ha convinto a fare questo è perché sento il bisogno, oltreché il dovere, di difendermi. Rimango in Sicilia e in quest’aula”.
Il tema della gestione del bilancio in dodicesimi con un congelamento dell’attività di programmazione e il ricorso all’esercizio provvisorio che comunque garantisce solo l’ordinaria amministrazione, è rimasto sullo sfondo di uno scontro tutto interno ai forzisti sul quale soffiano gli alleati e dal quale traggono linfa le opposizioni.
Il ddl arrivato in aula, autorizzato con un piccola modifica tecnica all’art.2 che riguarda i residui passivi e perenti, depositato dal governo Schifani, è stato congelato con lo slittamento a febbraio. Altri adempimenti urgono, come sottolinea Cateno De Luca: “In conferenza di capigruppo oggi abbiamo illustrato le perplessità che avevamo espresso al presidente dell’assemblea Galvagno con una nota inviata lo scorso 5 gennaio. Avevamo evidenziato la mancata approvazione del Documento di economia e finanza regionale per gli anni 2023-2025″.
Per De Luca, infatti, il Defr è “un essenziale documento di programmazione legalmente necessario per la predisposizione dei disegni di legge aventi ad oggetto la legge di Stabilità regionale 2023-2025 ed il bilancio di previsione della Regione Siciliana per il triennio 2023/2025”.
Secondo il parlamentare sia l’assessore Falcone che il presidente Galvagno hanno riconosciuto “l’errore fatto”. Da qui la decisione di sospendere l’iter di approvazione di rilancio e il ricorso all’esercizio provvisorio per affrontare prima il Documento di Economia e Finanza Regionale e dare corso poi a legge di stabilità e bilancio.
Al di là dei passaggi tecnico-formali, cui fa riferimento De Luca, resta il tema del riassetto della spesa pubblica regionale da qui al 2025. De Luca non risparmia una stoccata: “Grazie alla nostra azione l’aula ha proceduto ad estendere a due mesi l’esercizio provvisorio che quindi scadrà il prossimo 28 febbraio. Nel frattempo, il Governo e il presidente dell’assemblea Galvagno si preoccupino di ripristinare il rispetto del regolamento d’aula.”