Oggi la Commissione UE all’ARS ha proceduto all’audizione dell’Associazione nazionale Autorità d’ambito (ANEA) alla presenza di Raffaele Loddo, che ne è vicepresidente nazionale. La Sicilia – è emerso nel corso dei lavori – ha già subito sanzioni per 9 920 mila euro comminate dall’UE che ha avviato la procedura di infrazione a causa di agglomerati con criticità nel sistema di depurazione. Una causa è in corso presso la Corte di Giustizia europea, ad ottobre è attesa la sentenza definitiva.
Si tratta di 55 siti, sparsi sulle nove province siciliane. Sull’elenco, parere diverso è stato espresso dall’UE, secondo cui i siti a rischio sarebbero 75. Per superare queste criticità la Regione dovrebbe realizzare 72 interventi negli ambiti territoriali ottimali sui territori dei Comuni. Tali interventi sono tutti a valere sui fondi comunitari del Fesr: si tratta di progetti che sono già stati approvati dalla giunta per superare i problemi relativi al trattamento delle acque reflue urbane.
“Occorre accelerare la spesa su questi interventi”, ha affermato al termine dei lavori il presidente della Commissione UE all’ARS Musotto, unitamente ai componenti Marziano e Ferrara. “In caso contrario rischiamo multe salate, da 12 mila a 700 mila euro al giorno per infrazione al servizio idrico integrato ed è un lusso che non possiamo permetterci”, ha concluso. La Commissione “chiede dunque formalmente al Governo e nello specifico all’assessore Marino di scongiurare il rischio paradossale di impiegare i 970 milioni a disposizione del Fesr per fronteggiare le sanzioni anzichè destinare queste somme alla effettiva realizzazione dei progetti”. “Chiediamo al Governo – proseguono i componenti– di accelerare la spesa evitando il ricorso ad una seconda istruttoria già avviata sui progetti per i quali si era già ottenuto un primo parere positivo. Occorre ricorrere alle società d’Ambito per attivare gli interventi, e laddove non c’è un gestore chiederemo il coinvolgimento dei Comuni”.