Soffoca la moglie nel sonno |L'autopsia lo inchioda. Arrestato - Live Sicilia

Soffoca la moglie nel sonno |L’autopsia lo inchioda. Arrestato

E' quanto è emerso dalle indagini degli investigatori scattate all'indomani della morte della donna, nel mese di agosto scorso.

uxoricidio
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CATANIA – Avrebbe soffocato la moglie incapace di difendersi per poi ricominciare a dormire. La polizia ha arrestato, su delega della Procura della Repubblica,  e confinato in carcere per uxoricidio, Gaetano Barra, classe 1956, accusato dell’omicidio della moglie, Maria Visali. E’ quanto è emerso dalle indagini degli investigatori scattate all’indomani della morte della donna, nel mese di agosto scorso.

La misura cautelare compendia infatti gli esiti di indagini, anche di tipo tecnico, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania e condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro la Persona – che hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, emergenti dalla relazione dei medici legali, dalle dichiarazioni rese dallo stesso Barra e dalla sorella nell’immediatezza dei fatti nonché dagli esiti delle intercettazioni, evidenziando come la donna sia morta per soffocamento procurato con l’interposizione di un mezzo soffice.

La ricostruzione. Lo scorso 13 agosto, alle ore 14.00 circa, la Centrale Operativa del 118 di Catania ha ricevuto una richiesta di intervento presso l’abitazione dei coniugi Barra, Gaetano e Maria Vsali, sita in via Balduino. Giunti sul posto, gli operatori sanitari hanno trovato il corpo della donna privo di vita appurando che il decesso era intervenuto quantomeno nelle precedenti 6 – 8 ore, imputando la morte a cause naturali.

Il marito della defunta, ascoltato dal personale della Polizia di Stato aveva dichiarato che la moglie si era sentita male nel corso della serata del precedente 12 agosto e aveva la temperatura corporea particolarmente alta. A fronte di ciò, l’uomo aveva provato a somministrarle dei farmaci, ma la donna non riusciva ad assumerli a causa di difficoltà nella deglutizione; inoltre non sembrava respirare e rigurgitava liquido di colore scuro.

Ciò nonostante, Barra si è addormentato fino all’indomani, quando alle ore 6.00 circa, resosi conto delle condizioni della moglie, che appariva non respirare più, ha deciso comunque di proseguire a dormire. Solo verso le 13.30 si è svegliato e ha deciso di contattare la sorella per riferirle la situazione. La donna ha riferito di essere stata raggiunta telefonicamente dal fratello intorno alle ore 14.00 del 13 agosto e, apprese le condizioni della cognata, ha deciso di chiamare il 118.

L’uomo, inoltre, ha dichiarato di non aver provveduto a chiamare i soccorsi in quanto si era stancato per un lungo periodo di assistenza alla moglie, di cui si era dovuto prendere carico da solo. Alla luce delle anomalie rilevate dagli investigatori della Mobile, il P.M. della Procura della Repubblica di Catania ha stabilito di disporre l’autopsia sul cadavere e ha conferito l’incarico ai medici legali i quali hanno attestato che la morte avrebbe potuto essere imputabile ad una compressione della regione cervicale e toracica, posta in essere verosimilmente con interposizione di un mezzo soffice (lenzuola, coperte, cuscino).

I servizi di intercettazione, sebbene non abbiano permesso di acquisire elementi palesemente dimostrativi delle responsabilità di Barra, tuttavia hanno evidenziato come questi avesse provato a costruire una versione dei fatti a propria discolpa, nel tentativo di fornire una spiegazione alla sua anomala condotta. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato associato presso la casa circondariale di piazza Lanza a disposizione dell’A.G.

 


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