PALERMO – Stefano Sorrentino c’è ed è pronto a riprendersi la porta del suo Palermo. L’infortunio subito contro il Torino è ormai acqua passata, e come ammette lo stesso portiere a “la Repubblica” è arrivato il momento di scendere di nuovo in campo: “Sto molto meglio. Mi sento bene e sono pronto per domenica. Speravo di esserlo anche contro il Bologna, ma abbiamo preferito non rischiare. Contro l’Inter dobbiamo dimostrare di poter fare risultato anche a Milano. Con l’Inter a San Siro ho sempre perso ed è arrivato il momento di sfatare questo tabù. Non sempre i campioni vincono. Fosse per me giocherei anche le amichevoli. Ho sempre cercato di essere il più presente possibile. Voglio dare una mano ai miei compagni. Il mio ruolo di capitano è anche questo”.
Intanto al suo posto si sono disimpegnati ottimamente due giovani dal futuro roseo, ovvero Alastra e Posavec: “Alastra lo conoscevo. È cresciuto tantissimo e ne sono molto contento. È un portiere di prospettiva e un ragazzo giovane e umile. Ha avuto quello che ha avuto, non perché gli è caduto dal cielo, ma perché lo ha meritato. Posavec è evidente che abbia qualità. Domenica non era facile e lui ha dimostrato di poter essere un giocatore importante per la squadra. Da straniero non era semplice arrivare in un campionato difficile come il nostro e fare subito bene. È stato molto bravo”. Nonostante tutto, però, Sorrentino non vuole cedere il posto: “Io non voglio abdicare. Quando nella mia testa passerà solo l’un per cento di questa idea allora quello sarà il momento nel quale lascerò, Alastra e Posavec sono bravi, ma a me guardare non piace e quindi voglio tornare in campo il prima possibile. Oggi ho la stessa voglia che avevo a vent’anni. Se un giorno dovessi guardare altri giocatore allora smetterò”.
Allora viene da chiedersi dove continuerà la sua carriera da giocatore, dato che il contratto col Palermo è in scadenza a giugno: “Con il presidente, quando ha incontrato il mio procuratore, ho dettato le mie condizioni come il Palermo ha dettato le sue. Ne riparleremo quando avremo la salvezza a portata di mano. Tireremo le somme, ma io non voglio fare la chioccia a nessuno. Ho voglia di giocare. È chiaro che la società, avendo Posavec, farà le proprie scelte ma ci sarà tempo per parlarne. Non è un discorso economico. Se lo fosse stato sarei andato all’estero. È un problema più ampio, ma in questo momento sarebbe irrispettoso pensare al proprio orticello. Prima viene il Palermo. La gente ormai ha capito come sono fatto. Posso risultare antipatico perché dico quello che penso, ma avere una faccia sola è la mia forza. È quello che sto cercando di insegnare alle mie figlie: sincerità e rispetto per il prossimo”.
Testa al presente, quindi, con una salvezza da conquistare sul campo a suon di punti: “Credo alla salvezza. Ci dobbiamo arrivare a tutti i costi. Ho vissuto una retrocessione e non ne voglio vivere un’altra. Dipende da noi e dobbiamo cercare di fare punti ogni gara. Capisco il disappunto della gente ma questa squadra dà sempre tutto anche quando i risultati non sono quelli che vorremmo. Abbiamo undici finali da giocare”. Con un’arma in più dalla panchina, ovvero il ritorno di Giuseppe Iachini: “Prima che andasse via avevamo le nostre certezze. Ci sentivamo avvantaggiati rispetto a chi aveva cambiato. Poi sappiamo tutti i casini che ci sono stati, ma con ogni tecnico abbiamo avuto medie da salvezza. La squadra ha dato tutto anche per smentire chi diceva che c’era chi remava contro. Adesso Iachini è tornato più carico di quando è andavo via”.