CATANIA – “Sentire il collaboratore di giustizia Salvatore Sam Privitera sulla sparatoria di Librino”. Questa è la richiesta fatta dai diversi avvocati della difesa nell’udienza di mercoledì 11 dicembre. Il processo d’appello sui fatti di sangue dell’8 agosto 2020 è ancora alle battute iniziali.
I verbali
La richiesta delle difese di sentire in udienza Privitera arriva dopo i primi interrogatori con i Pm. Durante i quali il collaboratore di giustizia ha parlato del ruolo dei fratelli Sanfilippo nella sparatoria di Librino e nella tensione che contrappose il clan Cappello ai Cursoti milanesi.
La pubblica accusa, rappresentata dal procuratore generale Andrea Ursino e dal sostituto procuratore Alessandro Sorrentino, ha trasmesso alla Corte e alle difese i verbali degli interrogatori di Privitera.
Nel corso dell’udienza di mercoledì 11 i difensori di Carmelo Distefano e Roberto Campisi, accusati di avere avuto un ruolo di primo piano nei Cursoti milanesi e nella sparatoria di viale Grimaldi, hanno chiesto di ascoltare in aula Sam Privitera e quello che sa a proposito della sparatoria.
A questa richiesta gli altri avvocati e i pubblici ministeri si sono rimessi alla decisione della corte, che deciderà sia sulla questione dei pentiti che sulle altre richieste di revisione istruttoria, avanzate nel corso delle udienze precedenti.
Nel corso dell’udienza Roberto Campisi, in collegamento dal carcere, ha chiesto di potere avere un confronto con il collaboratore di giustizia quando sarà presente in aula.
Il collaboratore e la sparatoria di Librino
Salvatore Sam Privitera ha iniziato a collaborare con la giustizia nel giugno 2024. È imputato come mandante nel processo per l’omicidio di Vincenzo Timonieri, ucciso a Vaccarizzo nel febbraio 2021 e poi seppellito in una duna.
L’uccisione di Timonieri sarebbe legata al traffico di droga. In quel periodo il 26enne di San Cristoforo avrebbe voluto trafficare cocaina in proprio attraverso dei contatti nella ‘ndrangheta, scalzando il dominio del clan Nizza.
Sam Privitera sarebbe l’uomo che gestiva gli affari dei Nizza a Librino, ed è imputato come mandante dell’omicidio Timonieri insieme a Natale Nizza. Entrambi sono stati condannati all’ergastolo in primo grado. Per lo stesso omicidio sono stati condannati a 12 anni gli esecutori materiali, i fratelli Michael e Ninni Sanfilippo, nel frattempo diventati anche loro collaboratori di giustizia.
Proprio il ruolo dei fratelli Sanfilippo è uno degli anelli di congiunzione con la sparatoria di Librino. I due Sanfilippo, insieme all’altro fratello Martino, gestivano una piazza di spaccio in viale Grimaldi. Dove nell’agosto 2020 avvenne il conflitto a fuoco in cui morirono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia.