Spasimo, polemiche fra uffici comunali| Chiesta una commissione d'indagine - Live Sicilia

Spasimo, polemiche fra uffici comunali| Chiesta una commissione d’indagine

Una riservata urgentissima, inviata ai vertici dell’amministrazione comunale di Palermo e a due commissioni consiliari, per richiedere una commissione d’indagine sul sequestro del complesso monumentale dello Spasimo. E ancora accuse pesantissime all’indirizzo del direttore generale del comune, Gaetano Lo Cicero. E’ uno scontro senza precedenti, quello in atto fra Lo Cicero e il dirigente del servizio Cultura e spazi espositivi del comune di Palermo, Roberto Raineri, che nei giorni scorsi ha inviato una dettagliata documentazione al sindaco, allo stesso Lo Cicero e alla V e VI commissione sulla vicenda.

Lo Spasimo, infatti, il mese scorso è stato posto sotto sequestro dai carabinieri proprio in seguito alla denuncia dello stesso Raineri che ha segnalato il rischio di crolli. Una vicenda che non ha certo fatto una buona pubblicità all’amministrazione e che ha spinto Lo Cicero a prendere carta e penna e a scrivere a Raineri, per chiedere conto e ragione della mancata chiusura del complesso monumentale. Una mossa che ha fatto andare su tutte le furie il dirigente che ha ricostruito, in modo dettagliato, tutti i passaggi del suo operato da due anni a questa parte.

Nel dicembre del 2010 il dirigente coordinatore, Antonella Purpura, trasferisce al proprio ufficio di staff l’unico funzionario tecnico in servizio presso il servizio Cultura e spazi espositivi lasciandolo, da questo punto di vista, completamente sguarnito. “Tale trasferimento – si legge nella nota – ha procurato un gravissimo nocumento, se non una vera e propria interruzione di servizio pubblico”. Raineri scrive a Lo Cicero lamentando la situazione ma senza che nulla cambi.

Nel maggio di quest’anno, viene effettuato un sopralluogo allo Spasimo che evidenzia “un forte stato di degrado” e possibile “rischio di crolli e di intonaci dal tetto” anche in prossimità delle uscite di sicurezza. Raineri, delegato per la sicurezza del sito, chiede “che con la massima urgenza consentita la struttura venga chiusa in maniera radicale con l’interdizione dell’accesso a chicchessia”. Un appello rimasto inascoltato e reiterato il 30 giugno anche al sindaco, all’assessore, a sei commissioni consiliari e al comandante dei Vigili urbani. In assenza di risposta, Raineri espone il caso alla Procura della Repubblica che apre un fascicolo e porta, così, al sequestro del complesso monumentale.


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