Spese Ars, ridotta in appello |la condanna per Cracolici - Live Sicilia

Spese Ars, ridotta in appello |la condanna per Cracolici

L'ex capogruppo in sede penale ha avuto l'archiviazione: "E' finito un incubo".

Corte dei conti
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PALERMO – La sezione d’appello della Corte dei conti riduce la pena all’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici nell’inchiesta spese pazze all’Ars, l’ex capogruppo del Pd dovrà pagare poco più di 72mila euro. L’anno scorso Cracolici era stato condannato in primo grado a risarcire l’Assemblea regionale di quasi 300mila euro in merito all’utilizzo illegittimo dei contributi pubblici ai gruppi parlamentari, per il periodo in cui era capogruppo. Da quanto era emerso dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza Cracolici dal 2008 al 2012 avrebbe speso, per esempio, più di 40mila euro per consumazioni al bar buvette dell’Ars, quasi 30mila euro per acquistare beni e servizi, più di 20mila euro per spese legali e quasi 5mila euro nel 2010 per una cena a Villa Alliata.

All’epoca della condanna in primo grado l’attuale assessore in una nota scriveva: “Sono turbato per questo giudizio che arriva dopo la richiesta di archiviazione in sede penale e per le cui contestazioni il gruppo parlamentare del PD ha fornito ogni minuziosa attestazione relativa alle spese sostenute. Non mi si accusa di aver messo un solo euro in tasca – continuava la nota – né di non aver spiegato come è stato speso ogni singolo euro. Si è voluta addebitare la responsabilità al rappresentante del gruppo parlamentare non per spese sostenute nell’interesse personale”.

Quelle dichiarazioni riassumono alla perfezione i termini del ricorso presentato dopo la condanna da Crocolici, per il quale nel frattempo è arrivata l’archiviazione in sede penale. Ragioni che in parte sono state accolte dalla Corte dei conti, che oggi in una nota scrive: “Il totale del del danno è stato ulteriormente decurtato valorizzando la circostanza che una parte del danno fosse imputabile agli altri deputati componenti del Gruppo per la loro partecipazione all’approvazione sia dell’annuale bilancio preventivo di erogazione dei fondi, che del conseguente rendiconto”.

“Finalmente è finito un incubo: dopo l’archiviazione della Procura della Repubblica, la Corte dei Conti ha riconosciuto che nessuna delle spese del gruppo PD all’Ars della scorsa legislatura è stata effettuata per fini personali o familiari da parte di nessuno dei deputati, ad iniziare dal sottoscritto – ha aggiunto Antonello Cracolici – questa sentenza riconosce che il 75% delle spese che erano state oggetto di condanna in primo grado, erano legittime e regolari. Il gruppo PD viene tuttavia condannato per una somma totale di circa 72 mila euro, riferite principalmente ai costi per la mensa del personale del gruppo nella scorsa legislatura, ad alcune spese legali e ad alcune spese di rappresentanza, come ad esempio piccoli ‘presenti’ per le autorità o per i giornalisti in occasione delle festività natalizie. Valuteremo l’opportunità di presentare un ulteriore ricorso verso questa sentenza che, comunque, rispetto. Anche perché è la stessa Corte dei Conti a riconoscere che non ho mai operato usando soldi pubblici per fini personali. A questo punto, comunque, non posso che esprimere sollievo – ha concluso Cracolici – perché sia la vicenda penale che quella contabile attestano la linearità e la trasparenza sul piano etico da parte mia a dei deputati regionali del PD”.

Nella sentenza della Corte dei Conti si legge tra l’altro (pagina 29) “…in effetti questo gruppo parlamentare, a differenza di altri, si era dotato di un proprio regolamento di gestione finanziaria e contabile in analogia a quanto previsto dall’omologo gruppo PD al Senato”.

All’incontro con i giornalisti ha partecipato anche il segretario regionale del PD Fausto Raciti. “Fin dal primo momento Cracolici ha affrontato questa vicenda con la massima trasparenza – ha detto Raciti – anche nei confronti dell’opinione pubblica. Prendiamo atto che la sentenza attesta che nessuna spesa è riconducibile ad un utilizzo personale delle risorse ma solo a fatti gestionali del gruppo parlamentare che sono stati oggetto di diversa interpretazione da parte della Corte dei Conti”.


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