CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Il massimo campionato di basket è arrivato al giro di boa, e per l’Upea Capo d’Orlando la situazione è di assoluta tranquillità. Una condizione sperata da tutti, alla vigilia di un campionato che vedeva nuovamente i paladini ai nastri di partenza della serie A a distanza di sei anni dalla cancellazione della vecchia Pierrel, ma sicuramente difficile da prevedere, viste le ristrettezze del budget a disposizione del ds Peppe Sindoni e il ristretto bagaglio di esperienza del roster affidato alle sapienti mani di coach Giulio Griccioli. Fatta eccezione per i tre grandi vecchi, ovvero il capitano Soragna, il suo connazionale Basile e Sandro Nicevic, nessuno degli altri elementi a disposizione del tecnico senese aveva infatti mai disputato campionati di livello anche solo avvicinabili a quello italiano, come ci aveva confidato lo stesso Sindoni nell’intervista realizzata alla fine del 2014. Il nono posto con cui l’Orlandina ha concluso il girone d’andata suona dunque come un mezzo miracolo, l’ennesimo compiuto dal club sotto la gestione del patron Enzo Sindoni e della sua straordinaria squadra dirigenziale, capace di allestire un’altra creatura capace di stupire, ancora una volta, l’Italia a forma di palla a spicchi.
Il capolavoro messo a segno dal club riguarda soprattutto la scelta degli uomini, con le uniche conferme dei tre “vecchi” già citati e di un giocatore polivalente come Dominique Archie, abile tanto nel combattere sotto canestro quanto nello sganciare bombe da dietro l’arco dei 6.75 e spaccare le partite con le proprie triple. Un giocatore importante a tal punto da essere selezionato tra i 24 protagonisti del prossimo All Star Game, a testimonianza del grande lavoro fatto sia dalla dirigenza nel pescarlo dal campionato romeno, sia da Gianmarco Pozzecco e Giulio Griccioli che lo hanno plasmato e lo hanno reso un fattore. E anche la scelta di affidare in corsa la cabina di regia della squadra a Sek Henry, al posto di un Jonny Flynn che sembrava essere il fiore all’occhiello del roster, si è rivelata più che azzeccata. L’ex giocatore di Brindisi è arrivato in un momento critico per l’Upea, che era sì reduce dalla prima vittoria sul parquet di Cremona, ma appariva spesso confusa nel gioco oltre che incapace di gestire le proprie energie lungo tutto l’arco di una partita. Con l’arrivo di Henry, l’Orlandina è diventata una squadra vera, vista la capacità del play americano di mixare alla perfezione la sua vasta gamma di conclusioni e la sua imprevedibilità nello smazzare assist e recuperare palloni d’oro. Ottimo anche l’impatto di Austin Freeman e di Dario Hunt, i quali conducono quasi sempre in porto delle prove degne del proprio talento: il primo, diventato la bocca da fuoco principale dei paladini, si è spesso portato la squadra sulle spalle in fase realizzativa; il secondo, con le lotte sotto canestro che quasi sempre si risolvono in suo favore, garantisce un grande fatturato alla voce “rimbalzi”.
Un rendimento straordinario soprattutto tra le mura amiche, visto che il “PalaFantozzi” è diventato, soprattutto nell’ultimo mese e mezzo, una fortezza inespugnabile per chiunque sia approdato al cospetto di Freeman e compagni. E gli scalpi ottenuti dall’Orlandina non sono certo delle squadrette: nell’ordine Caserta, Dinamo Sassari, Cantù, Varese e Venezia sono cadute sul parquet orlandino, alcune anche con dei risultati clamorosi nella forma e nella sostanza. Merito di un pubblico straordinario e da sempre considerato il sesto uomo per l’Upea, la quale potrebbe sicuramente vantare qualche punto in più in classifica se non avesse gestito male alcune situazioni di punteggio a proprio favore, anche lontano dalla Sicilia. Facile pensare alle sfide perse sul parquet della Virtus Bologna, in cui gli uomini di Griccioli avevano rimontato fino a portarsi in vantaggio, ma non sono riusciti a restare avanti fino alla sirena finale. Oppure all’incontro di Trento, in cui la partita dell’Orlandina è durata due quarti e mezzo, prima che la sorprendente formazione ospite, approdata meritatamente alle Final Eight di Coppa Italia, alzasse i giri del motore ad una velocità insostenibile per i biancoblu. Resta comunque una prima parte di stagione decisamente positiva per l’Upea, per la quale l’obiettivo della salvezza è sempre più a portata di mano, visto il netto vantaggio sull’ultimo posto in classifica, l’unico che vale la discesa negli inferi della serie A2.