St Microelectronics, è protesta |Venerdi sciopero di un'ora - Live Sicilia

St Microelectronics, è protesta |Venerdi sciopero di un’ora

Lo sciopero di carattere nazionale, a Catania è organizzato da Fiom Cgil, Uilm e Uglm.

aderisce anche Micron
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CATANIA – Venerdì 4 ottobre, i lavoratori della St Microelectronics e della Micron sciopereranno per un’ora; i primi si asterranno dal lavoro dalle 9,30 alle 10,30 con manifestazione davanti i cancelli di ST (stradale Primosole 50); i secondi dalle 10,30 alle 11,30 con manifestazione davanti ai cancelli di M6 (Contrada Blocco Torrazze, Zona Industriale Sud). Lo sciopero di carattere nazionale, a Catania è organizzato da Fiom Cgil, da Uilm e da Uglm. Per quanto riguarda la Micron, si legge nel volantino: “La Micron torna all’attacco, e non per annunciare investimenti in Italia ma per avviare una ristrutturazione che prevede un taglio del 5% della forza lavoro in tutto il mondo. In Italia, dopo l’operazione di vendita del sito di Avezzano e la cessione del consorzio R2 di Agrate, la Micron ha già ridotto la propria forza lavoro di oltre il 60%. Infatti, lo scorso aprile, i dipendenti Micron in Italia erano oltre 3000.

Oggi siamo poco più di mille. Le 1500 assunzioni previste dal progetto M6 che fine hanno fatto? Le garanzie occupazionali contenute all’interno del contratto diprogramma che fine hanno fatto? Accetteremo nessun ridimensionamento del sito di Catania, non accetteremo tagli e non possiamo permetterci di perdere nemmeno un posto di lavoro. Giorno 9 al Ministero dello Sviluppo Economico richiameremo alle proprie responsabilità Micron, STM ed il Governo Italiano su un’operazione che potrebbe produrre perdite di posti di lavoro a fronte di finanziamenti pubblici già usufruiti e da usufruire”. Analogo il tono del comunicato St: “Solo qualche mese fa, l’Unione Europea ha deciso di investire oltre 100 miliardi di euro nel settore microelettronica (utilizzando soldi di tutti gli aderenti, quindi anche i nostri), non ci risulta che l’Italia abbia a tutt’oggi agito per attingere a tali fondi.

La ST ha dichiarato -ma nessun impegno e è stato ancora assunto in sede istituzionale – 270 mln di investimento in Sicilia per convertire la produzione da 6 a 8 pollici e far partire la parte di stabilimento denominato M9, pur senza utilizzare finanziamenti pubblici dall’UE o dal governo italiano. L’incertezza sui tempi di realizzazione, che sembrano spostarsi avanti nel tempo ed essere legati all’andamento di mercato e risultati aziendali, insieme agli annunciati investimenti ad Ang Mo Kio 6” e all’annuncio agli azionisti sulla definitiva chiusura dell’area a 6” a Catania, ci impongono una seria riflessione destando non poche preoccupazioni sulle reali prospettive nel nostro sito .In un momento come questo l’investimento “pubblico” è in grado di indirizzare i siti in cui le aziende possono scegliere di investire.

La ST in Francia ha attinto a un miliardo di euro di finanziamenti (UE e stato francese) e avviato un programma da oltre 3 mld € investendo di tasca propria ben due miliardi di euro. Altro che 270 milioni! In Sicilia, che rimane ancora per qualche anno area obiettivo 1, può convenire investire e far crescere la microelettronica. E’ questo il momento in cui, se il Governo italiano mettesse le mani nella politica economica del paese, utilizzando anche la propria governance aziendale, per la Sicilia potrebbe essere un momento di “rinascita”, facendo avverare il sogno dell’Etna Valley “.


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