PALERMO – I lavori sono in corso, il dialogo è avviato e a breve si dovrebbe arrivare a un punto di incontro. Stiamo parlando del braccio di ferro che, da alcune settimane, contrappone il Palermo Calcio al comune di Palermo: la commissione Urbanistica di Sala delle Lapidi, infatti, ha chiesto chiarimenti sulla convenzione ormai scaduta e di modificare la nuova proposta dalla giunta.
Uno scontro avvenuto sinora a mezzo stampa, almeno fino a ieri quando la commissione ha ospitato il club rosanero: presenti il presidente Giovanni Giammarva, i legali della società e alcuni responsabili. Il Palermo dovrebbe infatti pagare un canone di 320 mila euro l’anno, ma dal 2007 la società ha eseguito dei lavori di manutenzione che ha poi stornato dalle somme da versare: il conto finale è un debito, nei confronti di Palazzo delle Aquile, di quasi 80 mila euro che la società si è detta disponibile ad arrotondare fino a 100 mila.
Una tesi che però non ha convinto alcuni componenti della commissione, che hanno così chiesto di scendere nei dettagli e soprattutto che il club paghi tutti i canoni arretrati, senza opere da compensare. Secondo una relazione degli uffici, lo stesso Comune avrebbe dovuto nominare una commissione incaricata di effettuare periodici controlli e di instaurare un contraddittorio con il club: cosa mai avvenuta. La relazione si conclude con alcuni numeri: i lavori dei quali il Comune e la società hanno parlato, con una corrispondenza verificata, ammontano a 886 mila euro; ma ce ne sono per 1,4 milioni, eseguiti dal 2007 al 2015, per i quali, dicono gli uffici, “non è stata autorizzata alcuna procedura autorizzativa”. Il risultato è che il club sarebbe “moroso” per 77.200 euro più iva. Gli interventi sono diversi: da quelli chiesti dall’Uefa a quelli per evitare le infiltrazioni, dallo spostamento della tribuna stampa alla ristrutturazione degli spogliatoi, passando per la Gol line technology e la rete per allontanare gli uccelli dagli spalti.
“Il consiglio comunale deve sanare questa situazione – dice Giulio Tantillo, di Forza Italia – perché i canoni non potevano essere compensati con le opere. Noi chiediamo che si intervenga sulla gestione della tribuna autorità, sull’uso della struttura durante il periodo estivo, sulla pubblicità, sui lavori straordinari e sugli spazi concessi al di fuori. Nessuno vuole danneggiare il club, ma vogliamo uno stadio all’avanguardia: convocheremo gli uffici e poi ci rivedremo con la società per trovare una soluzione”.
“La convenzione con la società va rinnovata nel più breve tempo possibile – dice Giusto Catania di Sinistra Comune – Nell’immaginario collettivo il Palermo è un bene collettivo, non una società privata, anche per questa ragione il nuovo contratto, oltre alla gestione dello stadio, dovrà prevedere delle attività sociali che la società calcistica dovrà fare nei quartieri e nelle scuole. Bisogna promuovere la cultura dello sport, il rispetto delle regole e degli avversari, il valore della diversità. Questi dovranno essere gli elementi innovativi che renderanno più solido il rapporto tra la società calcistica, l’amministrazione comunale e la città”. Per Giovanni Lo Cascio (Pd), presidente della commissione, “l’incontro è stato molto positivo: vogliamo tutti arrivare a una soluzione”.
Un ramoscello d’ulivo raccolto dalla società. “Le posizioni non sono contrastanti – spiegano dal club – e sui punti di cui si è parlato possiamo confrontarci e arrivare a una soluzione: la tribuna autorità vede già una compartecipazione e lo stadio può essere utilizzato in estate, senza intaccare lo svolgimento regolare del campionato. Il Comune, nel certificare che il credito, non ha contestato i lavori effettuati e molti altri interventi non sono nemmeno stati compensati. Siamo comunque aperti al dialogo e al confronto”.