PALERMO – La Procura Generale, che sostiene l’accusa al processo d’appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, ha chiesto che vengano chiamati a deporre l’ex giudice del pool antimafia Leonardo Guarnotta e due ufficiali dei carabinieri, il generale Angiolo Pellegrini e il colonnello Alberto Tersigni.
La corte d’assise che giudica per minaccia a Corpo politico dello Stato ex ufficiali del Ros, boss mafiosi e l’ex senatore Marcello Dell’Utri, si è riservata di decidere se ammettere l’istanza. Al centro della deposizione sollecitata dai pg le rivelazioni del confidente Pietro Riggio, ex guardia penitenziaria poi arrestata per mafia e ora collaboratore di giustizia, su un “fatto eclatante “che si sarebbe dovuto verificare nel 2001 a Palermo che avrebbe dovuto riguardare Guarnotta. Una “soffiata” mai verificata nonostante, dopo le confidenze di Riggio, che disse di aver saputo le informazioni da un poliziotto colluso, siano state effettuate intercettazioni proprio a carico dell’agente sospettato.
Sulla circostanza la Procura generale ha depositato alla corte i verbali di sommarie informazioni rese da Tersigni e Guarnotta, nel 2019. “… Negli anni 2000-2001 presiedevo il collegio che giudicava Marcello Dell’Utri a Palermo. Al tempo non ebbi alcuna notizia di un progetto di attentato ai miei danni”, ha detto Guarnotta. “Pellegrino avvicinò Riggio con l’obiettivo di catturare Provenzano… può darsi che abbia parlato anche di attentati nei confronti di magistrati ma non ne ho ricordo. In ogni caso delle sue confidenze furono redatte annotazioni di servizio”, ha, invece, dichiarato Tersigni ai magistrati di Caltanissetta. La prossima udienza si terrà il 18 dicembre.
(ANSA).