Adesso andremo a caccia di storie emblematiche, pezzi di tragedia con cui nutrire giornali e tv. Il copione prevede che sia tutto registrato, tutto deciso dietro le quinte del racconto del dolore. Per ora il lutto è troppo forte. I media sono impegnati a contenerlo, a contenere, cioè, l’onda di piena delle sensazioni che indignano e sconvolgono. Poi – sembra incredibile – anche il colore della rabbia passerà. E la sporca strage di Giampilieri, come è accaduto per L’Aquila, declinerà a poco a poco nell’oblìo. Ma prima che i morti e i vivi siano dimenticati, noi vogliamo raccontarvi la storia di Agnese.
Agnese era completamente coperta da fango e calcinacci, ancora distesa sul divano, l’hanno trovata così. Agnese Falgetano – questo il nome – 44 anni, originaria di Napoli, è morta per il crollo del tetto di una parte della sua abitazione. L’appartamento è stato schiacciato da una frana lungo la strada che da Briga marina porta alla frazione messinese di Briga superiore. La collina che sovrasta l’abitazione si è “spaccata” ieri alle 21.30. In casa con la donna c’erano il marito Santo Pellegrino, 50 anni, addetto alle caldaie dell’ospedale Piemonte e i figli di 14 e 12 anni che sono rimasti illesi. I soccorritori hanno dovuto faticare per raggiungere la casa in quanto l’abitazione è collegata alla strada da un piccolo ponte, sopra il torrente Briga, che è stato completamente coperto dalla terra. E hanno trovato Agnese, nella sua posizione di sempre, sul divano. Prima del crollo – racconta una parente – Lei ha detto a uno dei figli: “Vai a prendere le candele”. Poi è stata investita dall’orrore. Agnese è morta così. Senza sapere di averlo salvato. R.P.
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