Stava andando incontro alla speranza di un futuro migliore, Gisella Anile. Ma il suo sogno è stato infranto brutalmente sull’asfalto dell’autostrada Palermo-Mazara. Un destino crudele per la casalinga 38enne di Partanna Mondello, morta ieri in un incidente stradale all’altezza della lapide che ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone. La donna lascia un marito e due figli di tredici e nove anni. Era una bella signora, conosciuta e apprezzata nel quartiere palermitano dove abitava, ora sconvolto da questa sua tragica fine. “Una brava persona, tutta per la famiglia, che amava tenersi in forma, come tante giovani donne, infatti andava spesso in palestra”, racconta chi la conosceva.
Ma con due figli ormai cresciuti, Gisella adesso voleva anche lavorare. “Cercava disperatamente un’occupazione – dice Marco Molina, fratello del cognato – ma non ne trovava. Una speranza era nata dall’idea di aprire un Caf (Centro di Assistenza Fiscale) insieme ad un’altra persona”. Quindi, si era seduta in sella alla Vespa di suo cognato per andare incontro al suo nuovo futuro, che passava attraverso il corso di abilitazione a Carini. “Mio fratello Luca le stava dando uno strappo con la sua Vespa”, racconta Marco Molina. Ma la via della speranza di Gisella è stata spezzata in quel tratto di strada che la stava portando proprio al centro di formazione, quando, per una dinamica ancora da accertare, è stata sbalzata via dal motore, e poi travolta.
Il cognato, Luca Molina, 36 anni, vigile del fuoco e marito della sorella di Gisella, alla guida della sua Vespa, è finito invece contro il guard rail. Ora è ricoverato in gravi condizioni nel Trauma Center di Villa Sofia, con fratture multiple e prognosi riservata. E’ cosciente, ma è in stato confusionale, non si ricorda nulla dell’incidente. Da ieri sera nell’atrio del reparto un viavai di parenti e di colleghi alcuni arrivati da Catania, dove Molina presta servizio.