Strappo dei moderati: pronto La Via | E c’è chi pensa a Nino Caleca - Live Sicilia

Strappo dei moderati: pronto La Via | E c’è chi pensa a Nino Caleca

Castiglione (Ap) annuncia: “A giorni il nostro candidato”. In pole l’eurodeputato catanese.

Verso le regionali
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PALERMO – Lo strappo arriva dai “moderati”. “Tra pochi giorni presenteremo il nostro candidato” ha annunciato il sottosegretario di Alternativa popolare Giuseppe Castiglione. E tutte le strade portano a Giovanni La Via. Già nel weekend, più probabilmente i primi giorni della prossima settimana, potrebbe arrivare l’ufficialità.

A dire il vero, lo stesso Castiglione precisa che i nomi in ballo tra i centristi sono ancora diversi. Tra questi, quello di Gianpiero D’Alia, maggiormente gradito al Partito democratico e quello di Dore Misuraca. Ma da Ap arrivano ulteriori conferme sul nome di La Via. “Si tratta – dice ad esempio il deputato regionale Piero Alongi – di un candidato stimato sia dal centrodestra che dal centrosinistra”. E l’apprezzamento per l’eurodeputato arriva anche da altri fronti, come nel caso del siracusano Vincenzo Vinciullo: “Ma prima dobbiamo concordare i programmi, i nomi verranno in seguito. Certamente, quella di La Via è una candidatura autorevole: ha lavorato bene da assessore e da europarlamentare ed è certamente un politico capace”. Insomma, tutte le strade portano lì. E il nome di La Via, forse non a caso, è stato citato dai moderati dell’altra parte del campo: il leader di Cantiere popolare Saverio Romano ha fatto riferimento al politico catanese come uno dei quattro nomi credibili su cui anche il centrodestra può lavorare, insieme a quelli di Armao, Musumeci e Lagalla.

Se davvero fumata bianca ci sarà, la candidatura di La Via verrà “offerta” alle altre forze politiche. “A chi ci sta”, insomma, fanno sapere tra gli alfaniani. Anche se il dialogo, oggi, appare possibile solo con la coalizione del centrosinistra. Le chiusure di Meloni e Salvini a un riavvicinamento tra Alfano e Berlusconi, infatti, hanno spinto il Ministro degli Esteri a riallacciare i contatti col Pd. Contatti auspicati dai Dem, che lavorano da tempo, tramite lo sforzo del segretario regionale Fausto Raciti, al “mantenimento” dello schema politico attualmente a sostegno del governo Crocetta, con l’aggiunta dell’esperienza di Orlando, anche a costo di “offrire” agli alleati la possibilità di indicare il candidato presidente. Alleati che potrebbero però iniziare ad abbandonare il progetto, viste  le chiusure dei bersaniani di Articolo 1 e di Sinistra Italiana, che hanno detto “no” a una coalizione con Alfano, dopo l’incontro proprio col sindaco di Palermo che dal canto suo ha riproposto la candidatura di Fabrizio Micari. Anche questa, a dire il vero, è gradita ad ambienti centristi, ma non scalda il cuore del Partito democratico e degli alleati di Sicilia Futura.

E così, il nome di La Via potrebbe finire per mettere d’accordo Pd e moderati. Con prospettive anche imprevedibili. Quanto ampia potrebbe essere la capacità “inclusiva” del candidato centrista? Questo è il punto. Che è stato affrontato, nei giorni scorsi, quando tra i colloqui dei leader dei partiti è saltata fuori una proposta “estrema”: quella di un candidato che potrebbe mettere insieme le forze politiche che si rifanno al Partito popolare europeo e quelle progressiste. Per intenderci, la grande coalizione che andrebbe da Forza Italia al Pd, passando per i centristi. Un influente dirigente di uno dei partiti moderati avrebbe anche avanzato un nome: è quello di Nino Caleca, avvocato oggi componente della Commissione paritetica per i rapporti tra Stato e Regione, già assessore del governo Crocetta dal quale è andato via polemicamente, e assai gradito anche a Sicilia Futura e all’area del Pd che fa capo a Davide Faraone e al ministro Luca Lotti, vicinissimo al segretario nazionale Matteo Renzi. Ma al momento quella di Caleca, che assicura di non aver ricevuto alcuna “chiamata”, pare poco più di una suggestione. I tempi infatti non rendono semplice l’operazione: l’ipotesi che il Pd e Forza Italia possano convergere in un governo di larghe intese a Roma dopo le elezioni politiche, infatti, è ancora tutta da vedere. Così, prima bisogna pensare alla Sicilia. Il tempo però stringe e le coalizioni sono ancora in alto mare. Lo “strappo moderato” potrebbe costringere tutti a far presto.


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