Si sono spente da poco le luci della decima Leopolda. E Italia Viva, la nuova creatura di Matteo Renzi, ha individuato il “suo” posto. “Saremo lontani dagli estremismi e dai populismi. E guarderemo a riformisti, liberali e cattolici”. Cioè al centro. Dove Valeria Sudano che oggi siede nel parlamento nazionale, sembra trovarsi benissimo. La sua storia, così come l’albero genealogico parlano chiaro: democristiana, ex cuffariana mai pentita, certamente moderata.
E Italia Viva sembra proprio un partito moderato, no?
“Più che un partito di moderati è un partito ‘anche’ di moderati”.
Non lo era già il Partito democratico?
“Lo era. Poi si è spostato verso un altro schema rispetto a quello che esisteva quando io sono entrata. Si è perso lo spirito riformista. Peccato: io nel Pd mi sentivo a casa e ho sempre partecipato attivamente alla vita del partito. Un partito che ringrazio, per avermi consentito di crescere politicamente”.
Però col Pd continuate e continuerete a governare insieme.
“Quando si fa un governo è necessario che tutti facciano un passo indietro, per fare tutti insieme un passo in avanti”.
Va bene. Ci spiega allora cos’è Italia Viva? O cosa vuole diventare?
“Italia Viva è un nuovo spazio politico che si rivolge a tutte quelle persone che non si sentono più rappresentate. Siamo contro gli estremismi da un lato e dall’altro. Contro quelli della destra e contro la contaminazione Pd-M5s che sposta quell’asse sempre più a sinistra”.
Siete contro gli estremisti. Ma un partito non si fa essendo ‘contro’. A chi vi rivolgete? Insieme a chi volete costruirlo?
“Noi vogliamo innanzitutto mettere in campo la ‘politica del fare’. E ci rivolgiamo a moderati, liberali, riformisti e cattolici”.
I liberali non sono già rappresentati da Forza Italia?
“Credo che ormai quel partito sia imploso. Adesso va anche in piazza insieme a Salvini e Casapound…”.
Ma il leader siciliano del partito, Gianfranco Micciché, ha preso le distanze da quella manifestazione. Potrebbe iniziare un dialogo anche con lui?
“Apprezzo la scelta di Micciché. E noi siamo pronti a parlare con chiunque parli lo stesso nostro linguaggio. Ma certamente Italia Viva non intende portare avanti un dialogo tra classi dirigenti. Noi innanzitutto ci rivolgiamo agli elettori, alla gente”.
Anche Antonello Cracolici ha detto che bisogna tenere conto della scelta di Micciché.
“E devo dire che questa sua uscita mia ha sorpreso positivamente. Io, dal canto mio, ho sempre considerato prezioso il dialogo con le altre forze politiche”.
Che succederà adesso in Sicilia?
“Il partito è guardato con molto interesse. Oggi però non siamo ancora sul territorio. L’interesse però c’è, da tante parti, da tutte le province, da parte di sindaci, amministratori locali…”
Pensate anche a un gruppo parlamentare all’Assemblea regionale?
“Per questo passo credo sia ancora presto. Ma mi auguro che quel momento arrivi. Alla Leopolda abbiamo dato il via al nostro nuovo percorso. Ora, un gradino alla volta”.
Qualcuno degli ex renziani non vi ha seguito. Un fedelissimo di Davide Faraone, ad esempio, come Carmelo Miceli. Che ne pensa?
“Niente di particolare. Ho sempre avuto molto rispetto per le scelte politiche di tutti. Certo, mi rendo conto che ci vuole un certo coraggio per scegliere di lasciare un partito radicato e andare in mare aperto”.
E gli uomini di Sicilia Futura, D’Agostino e Tamajo?
“Credo sia normale che in questi giorni siano in corso interlocuzioni con chi è stato renziano o ha sostenuto quell’esperienza”.
Ci sarà anche Cardinale allora?
“Non so, io non ho parlato con Cardinale. E poi, mi scusi, Cardinale chi? Daniela non la vedo iscritta nel gruppo parlamentare. Di più non so”.