PESCARA – “L’esistenza, il significato e le conseguenze di questi fatti sono ancora oggi oggetto di una ben organizzata operazione di nascondimento, una campagna del silenzio, di costruzione di un vero e proprio muro di gomma contro il quale devono infrangersi anche quelle sempre più isolate voci di chi osa ricordare”. Così Nino Di Matteo, membro togato del Csm ed ex procuratore nazionale antimafia, oggi nella sala consiliare del Comune di Pescara, intervenendo al convegno organizzato dall’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) dal titolo “Legalità corrotta anno secondo”, riferendosi a quanto emerso nel processo sulla trattativa Stato-mafia. “Dopo 5 anni di dibattimento, 400 udienze e non so quanti testimoni sentiti – aveva ricordato poco prima Di Matteo – una Corte d’assise attesta che, mentre saltavano in aria Falcone, Borsellino, gli uomini della scorta e tanti altri cittadini innocenti come quelli deceduti nelle stragi di Roma, Firenze e Milano, una parte dello Stato trattava con Riina per capire cosa volesse per cessare quella strategia stragista”.
Di Matteo ha poi aggiunto: “La lotta alla mafia non è mai stata una priorità dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni”. Secondo l’ex pm “si è sempre reagito sulla base delle emergenze, quando invece c’è bisogno che lo Stato giochi in attacco”.
(ANSA).