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Sviluppo Italia Sicilia |Un altro mese senza stipendi

I sindacati “denunciano la situazione di gravissimo stallo in cui versa la Società a causa della colpevole inerzia della Regione", malgrado lo stanziamento deciso dall'Ars

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PALERMO – Anche nel mese di gennaio 2015 i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia non hanno percepito lo stipendio e si trovano oggi a dover lavorare in condizioni di precarietà assoluta, in una situazione di obiettiva difficoltà, con un credito che ha raggiunto 4 mensilità di retribuzione e quasi 2 anni previdenza integrativa e TFR, ma, soprattutto, senza certezza del presente e senza neppure la speranza di un futuro. Lo scrivono in una nota congiunta le sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. I sindacati “denunciano la situazione di gravissimo stallo in cui versa la Società a causa della colpevole inerzia del Socio, la Regione Siciliana, e della inadeguatezza del management che anche a gennaio non hanno consentito il pagamento dello stipendio ai lavoratori dell’azienda, nonostante il Parlamento Siciliano abbia destinato 1.2 milioni di euro per il 2015 per garantire il funzionamento della Società. Le Oo.Ss. denunciano anche l’incapacità del Socio e del management sia di elaborare una qualunque strategia di salvataggio e rilancio dell’azienda sia di far valere le posizioni creditorie di questa nei confronti della stessa Amministrazione regionale inadempiente”.

“Questo inaccettabile stato delle cose prelude – scrivono i sindacati – all’imminente paralisi dell’operatività aziendale, con rovinose conseguenze per la stessa sopravvivenza dell’azienda oltre che per le sorti di decine di imprese con importanti investimenti industriali e di centinaia di nuove piccole attività imprenditoriali in attesa di ricevere i propri finanziamenti. Il Socio, contro la volontà sovrana del parlamento regionale, sta lasciando morire una società che potrebbe ritornare in equilibrio economico e creare opportunità di sviluppo e di lavoro sul territorio se ben governata, e senza oneri per il bilancio della Regione, esattamente come avviene in un’altra regione Obiettivo Convergenza, la Puglia, dove l’Amministrazione Vendola ha creduto e puntato sull’omologa Puglia Sviluppo Spa (anch’essa ex società regionale di Sviluppo Italia/Invitalia) affidandole in convenzione la gestione in-house di numerosi regimi d’aiuto alle imprese in qualità di Organismo Intermedio e che annualmente realizza persino degli utili che restituisce alla Regione”.

 


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