Sydney, allarme terrorismo | Ucciso il sequestratore - Live Sicilia

Sydney, allarme terrorismo | Ucciso il sequestratore

Un uomo armato a Martin Place, piazza situata nel quartiere degli affari della città. Ucciso dopo il blitz. Muore anche un'altra persona.

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SYDNEY (AUSTRALIA) – Sono scappati correndo dalla cioccolateria della Lindt a Sydney i primi tre degli ostaggi che erano stati catturati da un uomo armato a Martin Place, piazza situata nel quartiere degli affari della città. Poi sono fuggiti altri due ostaggi, per un totale di cinque, tre uomini e due donne. Una delle persone liberate dalla caffetteria è stata portata in ospedale. Lo rendono noto fonti sanitarie dello stato, secondo quanto riferisce la Abcnews.

Sono circa 40-50 le persone tenute in ostaggio: lo ha detto l’amministratore delegato della Lindt Australia, Steve Loane, secondo quanto scrive la Bbc online. L’emittente televisiva australiana Abc News ha individuato l’identità dell’uomo armato ma, come chiesto dalla polizia, non la renderà pubblica.

Il sequestratore ha chiesto alla polizia una bandiera dello Stato Islamico in cambio della liberazione di alcuni ostaggi: lo scrive il The Sydney Morning Herald, che cita un esponente della comunità musulmana. L’uomo ha esposto una bandiera islamica che non sarebbe però la bandiera dell’Isis.

 L’uomo armato avrebbe piazzato due bombe nel locale e altre due all’esterno: lo hanno detto alcuni ostaggi a Channel 10. Due radio locali e due tv hanno ricevuto telefonate da persone sequestrate nella cioccolateria che hanno detto di chiamare per conto del sequestratore.

“La prima cosa che faremo è verificare se queste persone stanno bene”, ha detto il vice capo della polizia del Nuovo Galles del Sud, Catherine Burn. “Lavoreremo con loro per ottenere maggiori informazioni”, ha proseguito. I negoziatori della polizia “sono in contatto con l’uomo armato che si trova nel bar, ma per il momento non conoscono i motivi del suo gesto, ha aggiunto Burn.

L’uomo armato che tiene in ostaggio numerose persone nella cioccolateria di Sydney, oltre ad una bandiera dell’Isis, ha chiesto di parlare con il premier australiano Tony Abbott: lo si apprende dai media locali, che hanno parlato con alcuni ostaggi nel locale. La polizia non conferma le richieste ed ha chiesto ai media di non diffondere le conversazioni con gli ostaggi.

L’uomo costringe gli ostaggi – a turno – a stare davanti alla vetrina del locale, anche per due ore alla volta: lo riporta un giornalista dell’emittente tv 7News, la cui sede si trova davanti al locale. Secondo i media, un uomo – che sembra essere il sequestratore – è stato visto attraverso le vetrine del caffè: ad un certo punto, avrebbe usato un ostaggio come scudo umano mentre si muoveva nel locale.

Aggiornamento

E’ stato ucciso durante il blitz della polizia il sequestratore che a Sidney ha preso in ostaggio una cinquantina di persone in un Caffé. Durante l’irruzione è morta anche un’altra persona. Quattro i feriti, tre in condizioni definite critiche. Colpi di arma da fuoco hanno risuonato nell’area del caffè, teatro del blitz. E’ stato reso noto invece il nome del sequestratore, che ha preso in ostaggio una cinquantina di persone: si tratta di un 50enne di origini iraniane, Man Haron Monis, “già noto alle forze di sicurezza per aver scritto lettere minacciose alle famiglie dei soldati australiani uccisi” in Afghanistan. Un robot antibomba manovrato dagli artificieri è in azione nel caffè di Sydney a caccia di possibili ordigni.

(Fonte ANSA)


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