Fanno ancora discutere le intercettazioni distrutte su ordine della Consulta. "Tutto regolare".

L'ex ministro dell'Interno: "Se avessi saputo qualcosa mi sarei mosso, perché lo Stato non deve scendere a patti".

Al processo sulla trattativa la richiesta era stata formulata anche dai boss Totò Riina e Leoluca Bagarella.

Il boss di Corleone: "Ma che vogliono sperimentare che questo Mancino trattò con me?...Loro vorrebbero così, ma se questo non è avvenuto mai!".

In aula le conversazioni tra Mancino e l'ex consulente giuridico del Colle Loris D'Ambrosio.

L'ex ministro, che è imputato al dibattimento sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, doveva essere sentito come imputato di procedimento connesso: tale status gli ha dato la possibilità di astenersi dal testimoniare. La protesta del boss.

La notizia era già stata diffusa "come certa" da parte di testate giornalistiche nazionali.

Il pm era stato accusato di aver rivelato in un'intervista l'esistenza di telefonate tra il capo dello Stato e l'ex ministro dell'Interno. "Non ci fu volontà di ledere il Colle". Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto a Messina e difensore di Di Matteo: "Mai avuto dubbi sull'esito della vicenda".

Continua la deposizione del pentito Giovanni Brusca, che parla anche dei rapporti con Vittorio Mangano e Marcello Dell'Utri, oltre che del fallito attentato dello stadio Olimpico contro i carabinieri. "La sinistra sapeva delle stragi".

La corte d'assise ha rigettato anche l'istanza dell'ex ministro Nicola Mancino, che aveva chiesto lo stralcio della sua posizione e la trasmissione degli atti al tribunale dei Ministri.

L'ex ministro, imputato di falsa testimonianza, hanno chiesto il trasferimento del procedimento al tribunale dei ministri sostenendo l'incompetenza funzionale della corte.

"Ho interesse ad uscire al più presto da questo processo": le parole dell'ex ministro degli Interni Nicola Mancino sono chiare e decise. Mancino, presente oggi in aula per la prima udienza sulla trattativa tra Stato e mafia, dichiara di essere presente in quanto "ex ministro degli Interni. Io rappresento me stesso, imputato di falsa testimonianza", poi continua: "La mia parola è stata ritenuta inadeguata rispetto a quella di altri colleghi ministri".

Lo ha deciso il presidente della Corte d'assise di Palermo, Alfredo Montalto, che ha anche stabilito che comunque l'audizione di Napolitano su altri temi del processo può considerarsi "legittima".

Il fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio, commenta duramente la distruzione delle intercettazioni tra il capo dello Stato e l'ex ministro Nicola Mancino, ritenendola diretta conseguenza della rielezione alla presidenza della Repubblica di Napolitano.

La decisione della Corte arriverà tra stasera e domattina. I legali di Ciancimino avevano presentato ricorso contro l'ordinanza del gip di Palermo che l'8 febbrario aveva rigettato la loro richiesta di ascoltare le intercettazioni, captate nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa tra lo Stato e la Mafia.