L'ex senatore è accusato di voto di scambio.

L'esponente del Pd siciliano Nino Papania, già definito "impresentabile" dalla commissione di garanzia del partito alle ultime elezioni politiche, è coinvolto in una serie di inchieste tra Trapani e Palermo.

Secondo l'accusa il reato sarebbe stato consumato nel corso delle ultime elezioni amministrative di Alcamo.

Secondo l'accusa avrebbero esercitato pressioni all'ex parlamentare per essere assunti presso la Aimeri Ambiente.

Le indagini, che riguardano le ultime elezioni amministrative al Comune di Alcamo coinvolgono, tra gli altri, un collaboratore dell'ex parlamentare, Massimiliano Ciccia e il consigliere comunale Antonio Nicolosi.

Prima l'annuncio delle dimissioni, arrivato dopo le notizie che sono state divulgate su un filone d'indagine per un presunto voto di scambio nelle Amministrative del 2012, poi il dietrofront.

Un'operazione di polizia e carabinieri, nella notte, ha portato all'arresto di Antonino Mistretta di 39 anni, Enzo Amato di 38 anni e Francesco Domingo di 30 anni. Sono accusati di tentata estorsione aggravata, detenzione di materiale esplodente e danneggiamento.

I magistrati contabili hanno condannato l'ex assessore a risarcire 16 mila euro per le vicende finire nell'inchiesta su voto di scambio e racket dei posti di lavoro. "Le prove non lasciano adito a dubbi circa la responsabilità dell'appellante nella gestione truffaldina"

Ad Alcamo, città natale del senatore, convention con Dario Franceschini e i big siciliani del partito.

Il segretario del Pd a Palermo sfiora il tema delle esclusioni di Nino Papania e Mirello Crisafulli dalle liste. “Ha deciso la commissione di garanzia, applicando certi criteri in modo molto attento". Poi sulla Lega: "L'idea che affondando il sud il nord galoppa è un'assurdità".

Questa la decisione del Partito democratico siciliano, nella giornata in cui bisogna tamponare l'emergenza legata ai casi di Crisafulli e Papania, messi fuori gioco dalle Politiche per ragioni di "opportunità".

Il senatore accetta la decisione della commissione di garanzia, ma si dice amareggiato. "L'opportunità della mia candidatura avrebbe potuto essere valutata solo dal popolo sovrano, come già, peraltro, avvenuto preliminarmente con le elezioni primarie".

Il presidente del gruppo parlamentare del Partito Democratico all'Ars, si pronuncia in difesa dei due esclusi dalle liste per le prossime elezioni: "Una lesione a territori e storie politiche che hanno dato lustro e dignità alla politica e al Pd".

Il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo giudica "insindacabile" la decisione di escludere dalle candidature Papania e Crisafulli. "Ma - aggiunge - sarebbe stato meglio se fosse arrivata prima delle primarie".

La decisione è stata assunta dalla commissione di garanzia del Partito democratico per ragioni "di opportunità". I due parlamentari uscenti avevano raccolto più di seimila voti a testa alle recenti primarie