Tagli a indennità dei dipendenti | Ma c'è un vicesegretario in più - Live Sicilia

Tagli a indennità dei dipendenti | Ma c’è un vicesegretario in più

I sindacati dei dipendenti e i vertici dell'Assemblea hanno concordato gli interventi per la riduzione dei costi di Palazzo dei Normanni. Le indennità accessorie caleranno del 25%, mentre scompare la figura del Segretario generale aggiunto. Ma le Aree con a capo un "vice" da due passano a tre.

 

SPENDING REVIEW ALL'ARS
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PALERMO – E spending review fu. Persino nel “palazzo dei privilegi”. Palazzo dei Normanni, per intenderci, per lungo tempo additato come il luogo delle indennità d’oro, degli stipendi che, tra quelle quattro (si fa per dire) mura apparivano intangibili, e sproporzionati rispetto a ciò che avviene fuori.

Al punto da spingere il nuovo presidente della Regione Rosario Crocetta a puntare il dito, all’inizio della sua “crociata anti-sprechi” contro l’indennità del più alto burocrate dell’Assemblea: il segretario generale Giovanni Tomasello. Salvo poi precisare che “il governo non ha alcuna competenza su quegli stipendi”. Stipendi che, stando a quanto denunciato dal governatore, sfiorerebbero i 400 mila euro annui. Cifre approssimative, ma non molto lontane dalla realtà. Se è vero che lo stipendio netto mensile del Segretario generale supera i 13 mila euro netti. Fino a ieri, poi, a questa figura si aggiungeva quella del segretario generale aggiunto. Un ruolo ricoperto da Paolo Modica de Mohac. Una delle novità scaturite ieri, dopo la concertazione tra i sindacati dei lavoratori di Palazzo dei Normanni e il deputato Paolo Ruggirello, scelto in rappresentanza della presidenza dell’Ars, è proprio l’abolizione della figura del Segretario generale aggiunto, al quale spettava un’indennità di 11.300 euro netti mensili.

Scompare un segretario aggiunto, ma aumentano i Vicesegretari generali. Saranno tre (uno in più rispetto all’assetto mantenuto fino a ieri). La scelta di tre vice nasce, spiega Salvo Collica, rappresentante sindacale della Cisl all’Ars, “dalla volontà di ricalcare lo schema del Senato, dove c’è un segretario generale e tre vicesegretari”. Una modifica che, però, non dovrebbe comportare aggravi di costi. Anzi. I tagli al personale dovranno consentire di raggiungere un risparmio di un milione di euro. Una “fetta” del maxi-taglio da quasi 11 milioni annunciato dal presidente dell’Ars Ardizzone e contenuto nel bilancio interno preventivo. I vicesegretari saranno scelti, insomma, tra chi copre già la carica di direttore di un ufficio. E al quale spetterà quindi una sola indennità. La nomina di un nuovo vice-segretario, tra l’altro, è il frutto di una riorganizzazione complessiva degli uffici dell’Assemblea, dove nasceranno tre macro-aree (prima erano due, appunto). L’attuale “Area legislativa” si sdoppierà in quella riguardante le Commissioni e Lavori d’Aula e quella che si occuperà, tra le altre cose, dell’archivio, della comunicazione e della biblioteca. La terza area rimarrà quella amministrativa. Interventi di spending review riguarderanno anche gli uffici: ne scompariranno otto, che verranno accorpati ad uffici già esistenti.

Ma i tagli riguarderanno anche le cosiddette “indennità di funzione”. Si tratta di voci aggiuntive allo stipendio tabellare, che riguardano solo alcune figure del Palazzo. I responsabili delle unità operative guadagno in più, infatti, dai 530 euro lordi degli assistenti ai 729,47 euro lordi dei consiglieri. Un assistente capo incassa invece 663,16 lordi in più. E se il vicesegretario generale aggiunge 2.122,08 euro lordi, un “capo ufficio” ne incassa 1.061,05 in più. Queste somme verranno ridotte del 25%. Così come riduzioni sono previste sulle indennità per i giorni festivi, per il vestiario, e per altre voci accessorie, oltre al blocco del turnover: insomma, terminato l’iter dei concorsi iniziati nel 2006, non se ne prevedono altri.

“Il nostro – spiega Collica – è uno sforzo che si aggiunge ai tanti interventi compiuti in questi anni sulle indennità dell’Ars, ma di cui nessuno parla, continuando a dipingerci come privilegiati. Vorrei ricordare che già pochi mesi fa, l’Assemblea ha deciso una riduzione del 20% della pianta organica, e che i nostri contratti sono stati bloccati per tre anni”. “Ho apprezzato – ha commentato il deputato questore Paolo Ruggirello – l’approccio dei sindacati che, tranne rare eccezioni, hanno compreso la necessità di questi tagli. E di questo li ringrazio”. Adesso, l’accordo sarà portato in Consiglio di presidenza. A quel punto, i tagli diventeranno “reali”.


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