PALERMO – “Le trappole del web sono tantissime e multiformi e riguardano soprattutto le fasce più ‘deboli’ di utenti, ovvero anziani e adolescenti”. A dirlo è Ciro Di Vuolo, presidente del Co.Re.Com Sicilia, il comitato regionale per le comunicazioni – braccio operativo dell’Agcom – che sempre più spesso si trova a occuparsi di conciliazioni che hanno per oggetto “prodotti o servizi in abbonamento non richiesti” e “spese di fatturazione non giustificate”. Il problema è già stato denunciato da Livesicilia (leggi qui) e, secondo i dati raccolti dal Co.Re.Com, è sempre più diffuso e, infatti, “cresce sempre di più il numero di conciliazioni richieste per queste vicende”, come conferma Di Vuolo. Le storie sono tante e riguardano i meno giovani, quindi non troppo “agili” a navigare, e i più piccoli che invece, spinti da troppa curiosità e poca informazione, cliccano su tutto. E basta un click, o due, e l’abbonamento è sottoscritto, con la conseguenza che il credito residuo delle sim o i conti bancari dei clienti, spesso del tutto ignari, si assottigliano per qualcosa di non richiesto.
È il caso per esempio di un signore di 85 anni, di Palermo, che a causa di un click di troppo alla pubblicità sbagliata ha cominciato a ricevere settimanalmente immagini hot sul cellulare, scatti che la moglie ha scovato e non ha affatto gradito. Oltre il danno, dunque, la beffa: sopportare le accuse della moglie e vedere il suo credito diminuire di settimana in settimana senza capire il perché. Dopo aver preteso spiegazioni, ecco svelato l’arcano: “Il cliente ha sottoscritto un abbonamento a pagamento”, la risposta del servizio clienti del gestore telefonico. La conciliazione al Co.Re.Com. si è risolta positivamente, con la cancellazione dell’abbonamento indesiderato e il rimborso delle somme detratte.
Il gestore che sta affrontando maggiori reclami in Sicilia? Al momento, in base alle pratiche esaminate dal Co.Re.Com., è H3g. Come nel caso della conciliazione, anche questa risolta a favore dell’utente, che aveva per oggetto un abbonamento al servizio chiamato “PlayRoom”, “il servizio che trasforma il tuo telefonino in una vera sala giochi”. Il bambino, giocando col cellulare della mamma, si era lasciato invogliare a cliccare sulla pubblicità dei giochi e a farne le spese era stato il conto della donna, inspiegabilmente più salato.
I modi per evitare questi danni economici, e spesso “d’immagine”, ci sono. Per arginare il problema a monte, è possibile rivolgersi al servizio clienti del proprio gestore telefonico e chiedere formalmente l’inibizione dei servizi a pagamento sul proprio numero. Mentre, se il danno è già stato fatto, si può rivolgere un formale reclamo alla compagnia. I casi di accoglimento delle istanze sono numerosi. Ma se ancora il problema non dovesse risolversi, ci si può rivolgere al Co.Re.Com., che, in caso di reclamo non gestito riconosce al cliente anche un indennizzo. “Per affrontare questo genere di contenziosi – afferma Di Vuolo – la nostra mediazione è lo strumento di difesa dei consumatori più idoneo, come dimostrano i risultati eccellenti raggiunti negli ultimi anni. Addirittura, sono molte le controversie risolte con accordi di pre-conciliazione, per cui le parti si accordano prima ancora di arrivare in sede di conciliazione, visto che la preoccupazione principali dei gestori è la soddisfazione dei clienti e la continuità del rapporto”.