PALERMO – Sulla Tari scoppia la nuova guerra in consiglio comunale, con i palermitani che adesso temono l’ennesima emergenza immondizia. E’ di questa notte lo scontro sulle tariffe della tassa sui rifiuti, con l’ormai ex maggioranza orlandiana che a sorpresa per un solo assente non è riuscita a portare a casa la delibera che avrebbe consentito di coprire i costi della Rap.
In realtà le delibere erano due: una presa d’atto, che avrebbe però consentito di anticipare 16 milioni di euro di crediti alla partecipata, e le tariffe Tari 2021 che andavano approvate entro luglio. Se la prima si potrà ripescare la prossima settimana, con un emendamento ad hoc, per la seconda non c’è più niente da fare e quindi per quest’anno si applicheranno le stesse tariffe del 2019. Con un piccolo particolare, di non poco conto, e cioè che le aliquote del 2019 consentiranno di incassare (in linea molto teorica) 128 milioni di euro, contro i 147,5 che invece sarebbero serviti nel 2021 (extracosti compresi), anche se la Rap non dovrebbe avere al momento particolari problemi di tenuta finanziaria.
Un epilogo a cui si è arrivati dopo ore e ore di dibattiti e bisticci, in un clima reso incandescente dalla nota arrivata venerdì sera con cui il collegio dei Revisori dei conti ha avvisato il consiglio che la delibera da trattare era praticamente già superata, visto che il Piano economico e finanziario inviato dalla Srr conteneva 10,4 milioni di euro in più. Una cifra arrivata come un fulmine a ciel sereno e che nessuno in Aula ha saputo spiegare, con gli uffici costretti ad allargare le braccia per non aver avuto il tempo di esaminare le carte arrivate così in ritardo. Vano anche il tentativo della maggioranza di far scattare nel 2021 un aumento di solo un milione, spalmando il resto sugli anni futuri. Alle due di notte si è arrivati al voto, con tanto di amaro finale: dei 10 consiglieri di maggioranza solo nove erano presenti (l’unico assente era Marcello Susinno di Sinistra Comune) e così la partecipazione di sei componenti di opposizione (necessaria per mantenere il numero legale a 16) non è bastata.
Il risultato è che gli extracosti non saranno più spalmati su tre anni ma su due (2022 e 2023) e che quest’anno non ci sarà alcun aumento. La Rap non avrebbe particolari problemi economici e l’ipotesi di un fallimento appare remotissima, ma bisognerà capire cosa faranno i sindacati: bellicosi nelle ultime settimane, sarebbero orientati a indire delle assemblee più che uno sciopero, il che potrebbero comunque avere ripercussioni sul servizio ma non tali da provocare una nuova emergenza rifiuti.
Rimane però lo scontro politico. Sinistra Comune e Avanti Insieme puntano il dito contro le opposizioni, accusate di voler far fallire la Rap per svenderla ai privati: una prospettiva in verità assai irrealistica, visti i numeri dell’azienda, e che non tiene conto del fatto che i privati si occupano già di una parte del servizio (a loro andrà la manutenzione strade e già sono intervenuti e interverranno per raccogliere i rifiuti in estate). Le opposizioni in coro rispediscono le accuse al mittente, preoccupate da un lato di non inimicarsi i lavoratori della Rap e dall’altro di non mettere la faccia su un aumento della Tari che è solo rinviato.
Le reazioni
“Confermo la volontà e l’esigenza di garantire la natura pubblica del servizio rifiuti e stimolarne l’efficienza disponendo delle risorse necessarie – dice il sindaco Leoluca Orlando – Ritengo fondamentale evitare destabilizzanti aumenti “ballerini” della Tari. L’amministrazione comunale, nonostante tutto e nonostante taluni, si impegnerà sempre facendo il possibile per mettere in sicurezza il necessario funzionamento e svolgimento del servizio”.
“Purtroppo si è deciso di non decidere – dice l’assessore Sergio Marino – Nonostante un lungo ed acceso dibattito, a fronte delle ripetute considerazioni fornite dal Segretario Generale, dal ragioniere Generale e dal Collegio dei Revisori circa le refluenze di una mancata decisione sugli atti proposti alla fine ci si trova in una situazione paradossale che certamente non viene incontro alle, pur comprensibili, esigenze della Città. Non so se quanto avvenuto sia recuperabile ma da parte nostra faremo quanto è nelle nostre possibilità per evitare un danno irrecuperabile al Comune e, quindi, ai cittadini. Mi auguro ci siano le condizioni perché si possa riprendere un dialogo che anche i Consiglieri Comunali che sostengono la Giunta avevano pure individuato per ridurre gli aumenti nel 2021. Gravare gli extracosti sostenuti da Rap solo sul 2022 e 2023 certamente oggi aiuta i cittadini ma domani appesantirà il prelievo a carico degli stessi. I costi del servizio relativo ai rifiuti vanno obbligatoriamente inseriti nel perimetro Tari e soluzioni diverse comportano percorsi insidiosi. Valuteremo con gli Uffici se esistono percorsi che possano portare il Comune in sicurezza. Comprendo le difficoltà che ha avuto anche il Consiglio nel dover deliberare atti significativi ma quanto si è determinato a mio avviso non è la soluzione migliore. Il timore che viene rappresentato da più parti che quanto accaduto sia parte di un disegno che mira alle fondamenta di Rap per prefigurare ed agevolare la privatizzazione del servizio ci vedrà impegnati a sostenere la rap e rafforzarla per mantenere pubblico un servizio essenziale”.
“L’amministrazione comunale e l’ormai ex maggioranza a Sala delle Lapidi sono allo sbando e a pagarne il prezzo sono la città e la Rap: se le tariffe Tari 2021 non sono state approvate la colpa è solo di un’amministrazione distratta e arrogante, incapace di garantire i servizi e di rassicurare i lavoratori”. Lo dicono i consiglieri di Italia Viva al consiglio comunale di Palermo. “I consiglieri comunali hanno scoperto solo all’ultimo che il Pef conteneva un aumento da 10 milioni di euro che nessuno ha saputo giustificare – spiegano i consiglieri Iv – Gli uffici non hanno avuto nemmeno il tempo di esaminare le carte, figuriamoci i consiglieri, e ciliegina sulla torta i consiglieri di maggioranza non erano neanche tutti presenti, facendo di fatto saltare il numero legale nonostante la presenza delle minoranze, fra cui Italia Viva. Provare a scaricare sugli altri le proprie colpe o millantare fantomatici pericoli di privatizzazioni è un copione tristemente già visto, ma che fa a pugni con la realtà e non basta a coprire i disastri di questa amministrazione”.
“Le delibere sulle tariffe e sulla presa d’atto andavano approvate senza gli aumenti previsti per il 2021 e spalmando gli extra costi nel 2022 e 2023, nell’attesa del contenzioso con la Regione – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – L’ex maggioranza non è riuscita a garantire la totale presenza, nonostante i sei consiglieri di minoranza. Sono mesi difficili per la Rap che non riesce a dare un dignitoso decoro alla città, basta guardarsi intorno per vedere che i rifiuti sono nelle strade di tutti i quartieri. L’azienda va aiutata, ma dobbiamo pretendere un radicale cambiamento. Molti parlano di aumento scongiurato ma in verità è solo rinviato, perché il consiglio comunale con una delibera precedente aveva riconosciuto gli extra costi, forse ricordiamo male? Il consiglio comunale era chiamato ad esitare delle delibere previste per legge ed entro i termini del bilancio, si potevano modificare con degli emendamenti nel rispetto degli equilibri di bilancio ma i termini che la legge assegna vanno rispettati. Orlando potrà vantarsi di non aver aumentato la Tari e la palla passa al futuro sindaco”.
“Con questa decisione il consiglio comunale ha evitato un ulteriore aumento di 10 milioni rispetto agli extra-costi nel 2021 – dice Ugo Forello di Oso – peraltro per costi che non erano né chiari, né richiesti da Rap e uffici comunali. Operazioni poco chiare, a cui si aggiunge il fatto che i tempi tecnici dati al consiglio per analizzare la delibera erano talmente risicati da violare il regolamento. In questo caso la forma è anche sostanza: parliamo di atti che hanno conseguenze sulla vita dei palermitani e che hanno quindi bisogno della dovuta attenzione”.
“Sventato il tentativo da parte dell’amministrazione comunale di aumentare le tariffe della Tari – dice Igor Gelarda della Lega – L’aumento delle tariffe non passa nella seduta notturna del consiglio. Ieri abbiamo assistito all’ennesima farsa da parte dell’Amministrazione, che a sorpresa ha portato in Consiglio comunale una proposta di ulteriore aumento dei costi da 10 milioni per i palermitani, in un piano già fortemente gravato da spese enormi e che rischiava di fare schizzare le tariffe fino a oltre il 20% in più. Occorre certamente dare stabilità e garanzie alla Rap, ma non è tollerabile farlo prendendo in giro i palermitani, che sarebbero stati costretti a pagare un aumento della tassa sui rifiuti che in questo momento è un balzello perché il servizio erogato è praticamente nullo. La Lega non può tollerare che si mettano le mani in tasca ai palermitani. Il Sindaco si assuma le proprie responsabilità e si attivi per trovare altrove le somme per coprire i costi della Rap.”
“Siamo una forza politica seria che non fugge davanti alle difficoltà. Davanti al rischio concreto del fallimento di Rap e di sicura crisi per la città, legata alla non raccolta dei rifiuti abbiamo proposto con grande senso di responsabilità di suddividere in tre annualità eque l’extra-costo per il trasferimento dei rifiuti in altre discariche, causato da responsabilità del governo regionale, che non ha per tempo provveduto, alle autorizzazioni per la manutenzione della sesta vasca e alla realizzazione della settima. Siamo consapevoli delle grandi criticità nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, chiediamo al Sindaco di intervenire fermamente su RAP affinchè si garantisca un servizio degno di tal nome.Ai consiglieri di centrodestra e affini che si riempiono la bocca di dichiarazioni di contrarietà alla delibera, ricordo, se lo avessero dimenticato, che sono maggioranza in consiglio (29 su 40 consiglieri), hanno i numeri per proporre soluzioni diverse ed approvarle, invece sono fuggiti, “lasciando la città in balia dei rifiuti”, come quasi sempre succede, dimostrando che non saranno mai una soluzione politica credibile per Palermo”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pd a Palazzo delle Aquile, Rosario Arcoleo.
“La buona notizia per le famiglie palermitane è che non si registrerà alcun aumento sulle tariffe della Tari, che resteranno quindi invariate rispetto alle quote degli ultimi due anni e questo perché il Consiglio comunale non ha votato la delibera inerente il 2021 entro il 31 luglio, termine ultimo stabilito per legge. Tuttavia sono alquanto preoccupato per la futura stabilità della partecipata Rap perchè la sensazione è che dietro a queste “non” scelte da parte di alcuni gruppi consiliari, specie del centrodestra, ci sia celata una manovra che mira a dar vita ad un progetto di privatizzazione della Rap che rappresenterebbe una svendita di fine stagione del servizio pubblico che privilegerebbe solo le società private e i loro profitti a scapito della comunità, lontana, quindi, dalla nostra visione politica e di una gestione pubblica dei rifiuti urbani”. Lo ha dichiarato il consigliere comunale Antonino Randazzo del M5S a Palazzo delle Aquile.
“Siamo oltre l’indecenza. L’indecenza della città, ridotta ad una immensa discarica. L’indecenza di un Assessore al bilancio che cerca di nascondere al Consiglio comunale le informazioni sulla realtà dei fatti e i documenti. L’indecenza di un’azienda che di fatto ricatta la città per ottenere l’aumento della Tari. Di fronte a questa indecenza e al caos causato dalla giunta Orlando, il Consiglio comunale non ha altra scelta che fermare tutto e chiedere che sia fatta chiarezza. Ormai siamo in piena emergenza ed è evidente che l’Amministrazione comunale, il Sindaco e i suoi assessori non sono in grado di affrontarla. Per questo chiedo al Prefetto di convocare con urgenza un tavolo tecnico e di prendere le redini della situazione, per impedire che si interrompa un servizio essenziale e per far fronte alla sempre più grave emergenza igienico-sanitaria che incombe su Palermo”. Lo ha dichiarato Marianna Caronia.
“Alla fine di una lunghissima seduta, conclusasi stanotte alle 2, il Consiglio Comunale non ha votato la delibera di presa d’atto del Pef-Tari 2020 che comprendeva i 24 milioni di euro di extracosti che la Rap ha affrontato nel 2020 per il trasporto e il conferimento dei rifiuti palermitani presso le discariche fuori Città e la delibera del piano tariffario Tari 2021. Una manovra che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito, oltre al riconoscimento degli extra costi alla Rap, una anticipazione alla stessa azienda di 16 milioni di euro dell’intero ammontare dei crediti che l’azienda vanta dal Comune. Come più volte affermato e ribadito, anche nel corso dell’ultima seduta consiliare, dal Segretario Generale e dal Ragioniere Generale, la mancata approvazione di questi atti molto probabilmente genererà effetti devastanti, che si potrebbero configurare in grave danno erariale per il Comune e in instabilità aziendale per la Rap. Non è bastata una lunga sessione dedicata per far comprendere a talune forze politiche di opposizione (da qualche mese maggioranza numerica), l’importanza dell’approvazione dell’intera manovra: avevamo chiesto loro di rimanere in aula per permetterci di votarla e approvarla, assumendoci noi stessi la responsabilità, considerato che la maggioranza politica del consiglio comunale non ha più i numeri che consentano di mantenere aperta la seduta. Speravamo, considerata l’importanza degli atti sottoposti alla votazione del Consiglio, ampiamente spiegata dal ragioniere generale e dagli uffici, che prevalesse il buon senso e l’amore per la nostra Città, invece, questa notte si è potuto registrare da parte di una buona componente dell’opposizione un elevato cinismo, irrisione e noncuranza rispetto alle sorti della partecipata Rap, dei suoi dipendenti e della Città tutta. A meno che, la posizione assunta dalle opposizioni, le stesse che si propongono di governare la Città, non sia stata una strategia deliberata affinché la Rap subisca lo stesso epilogo dell’Amia per poi affidare a mani libere i servizi ai privati”. Lo dichiarano i consiglieri di Avanti Insieme Valentina Chinnici, Massimo Giaconia, Claudia Rini.
“La mancata approvazione delle tariffe Tari per l’anno 2021 entro i termini perentori imposti dalla legge creerà un danno enorme al Comune e comporterà comunque un aumento vertiginoso, nei prossimi due anni, della Tari per i cittadini che per legge devono coprire i costi del servizio – dicono i consiglieri di Sinistra Comune: Barbara Evola, Fausto Melluso, Katia Orlando, Marcello Susinno – Le delibere proposte si potevano migliorare e rendere più eque, come abbiamo cercato di fare attraverso la presentazione di due emendamenti. Non si potevano invece non trattare, come si è determinato per scelta esclusiva di forze di opposizione che sono ampia maggioranza in Consiglio. Una gestione dell’aula faziosa e irresponsabile ha impedito che l’aula potesse democraticamente esprimersi sui due atti deliberativi. Al confronto e all’assunzione di responsabilità politica si è preferita, piuttosto, la strada vile del cavillo regolamentare. Il partito di Italia Viva si è contraddistinto per ipocrisia, sabotando l’approvazione di un atto redatto mentre al governo di Rap, per ben 4 anni, c’era un suo esponente, e non sarà certo l’insensato comportamento di ieri a far venire meno le responsabilità sullo stato in cui versa l’azienda e sui pessimi risultati conseguiti. I disastri dell’Azienda nella gestione dei rifiuti, compresi questi ultimi giorni di gravissima assenza nel servizio di raccolta, causa di accumulo di immondizia, nulla c’entrano con la necessità di coprire i costi di smaltimento – in gran parte responsabilità regionale – razionalizzando gli inevitabili aumenti nella tariffa: a chi interessa lasciare il servizio di raccolta in un limbo da cui non sappiamo a quale costo e condizione verremo fuori? Il conto, sia chiaro, sarà ancora più caro per tutti i palermitani. La città è in ostaggio di un’opposizione che ostacola, non propone nulla ma non sfiducia il Sindaco pur avendone i numeri, e trova accordi soltanto sul sabotaggio non tanto dell’azione amministrativa quanto dell’interesse della città, forse per lucrare qualche piccolo consenso”.