PALERMO – Tempi duri per i commercianti palermitani che non pagano le tasse. La giunta Orlando è pronta infatti ad approvare un regolamento che prevede sanzioni durissime per chi non è in regola con le imposte comunali come la Tari, l’occupazione del suolo pubblico o l’Imu, con la chiusura fino a tre mesi per chi non correrà ai ripari. L’atto di indirizzo è solo il preludio di un passaggio in consiglio comunale che potrebbe essere difficilissimo, ma che gli uffici di Palazzo delle Aquile considerano necessario per salvaguardare gli equilibri dell’ente.
In realtà non si tratta di una novità, ma di una norma nazionale che consente ai comuni di non rilasciare o rinnovare autorizzazioni e concessioni a chi non è in regola con il pagamento dei tributi locali. Una previsione potenzialmente dirompente se si pensa che un comune rilascia autorizzazioni per tantissime attività fra cui alberghi, bar, ristoranti, palestre, negozi di ogni tipo, perfino taxi e motocarrozzette, e che a Palermo si registra un tasso di evasione, elusione e morosità che ha da tempo superato i limiti di guardia, mettendo in difficoltà i conti di Palazzo delle Aquile. Perché se è vero che il trend è in miglioramento e sempre più palermitani decidono di pagare, è anche vero che la percentuale di chi invece non rispetta le scadenze è ancora elevatissima e rende asfittiche le casse di un ente il cui bilancio è ingessato per i crediti di dubbia esigibilità, le anticipazioni di tesoreria e l’enorme mole di accantonamenti.
Per questo gli uffici di via Roma e di piazza Giulio Cesare stanno studiando da alcune settimane un modo efficace per contrastare i furbetti che, numeri alla mano, “pesano” di più fra le utenze non domestiche. In media, infatti, una famiglia paga meno tasse di un negozio o di un’impresa e quindi, malgrado le utenze domestiche siano più numerose, i loro debiti sono meno ingenti di quelli di un’attività commerciale. “Il mancato pagamento dei tributi locali da parte degli operatori economici– si legge nella delibera – ha raggiunto livelli insostenibili per le finanze comunali”.
E nonostante una norma nazionale già in vigore, il Comune ha deciso di procedere con i piedi di piombo: prima l‘approvazione in giunta e poi l’approdo a Sala delle Lapidi dove il dibattito, c’è da aspettarselo, sarà incandescente.
Per stangare i “furbetti” delle tasse si ricorrerà a una strategia che coinvolgerà non solo i Tributi ma anche i vigili e soprattutto il Suap, lo Sportello unico per le attività produttive, cioè chi materialmente rilascia o rinnova concessioni e autorizzazioni. Il Comune passerà al setaccio tutti quelli che non sono in regola con le tasse comunali perché hanno pagato in ritardo, meno del dovuto o non hanno proprio versato i liquidi e chi verrà pizzicato, anche per un solo anno, sarà segnalato al Suap. E a quel punto lo Sportello unico scriverà al contribuente non per ricordargli di pagare, ma per avvisarlo direttamente dell’avvio del procedimento di sospensione delle attività se non si metterà in regola entro un mese. Passati altri 15 giorni, scatteranno i sigilli per tre mesi o almeno fino a quando il commerciante non pagherà il dovuto. Infine si passerà alla revoca della Scia.
“Un provvedimento necessario e utilissimo per contrastare il grave fenomeno dell’evasione tributaria che a Palermo resta su livelli altissimi, anche se in diminuzione – dicono il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino – Senza demonizzare un’intera categoria, è però innegabile che fra le utenze commerciali il tasso di evasione superiore al 50% sia assolutamente patologico. Chi evade le tasse è colpevole, gravemente colpevole di contribuire a creare disservizi alla città e in città, senza dimenticare, visto la maggiore evasione si registra per la Tari, che spesso proprio queste utenze sono quelle che contribuiscono in modo significativo alla produzione di rifiuti”. Controlli ai raggi X anche per chi chiederà una nuova licenza: entro due mesi dal regolamento, e poi con cadenza mensile, il Suap invierà ai Tributi l’elenco di chi vuole aprire nuove attività.
Una stangata in piena regola che, verosimilmente, farà storcere il naso ai consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, ma che l’amministrazione reputa indispensabile tanto da voler rendere il regolamento, una volta approvato, immediatamente esecutivo. La speranza della giunta è che i nuovi incassi siano tali da liberare le risorse nel prossimo bilancio, così da far riprendere fiato alle casse. “A coloro che sanno di non essere in regola – aggiungono Orlando e D’Agostino – rivolgiamo un ‘caldo’ invito ad utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal Comune per pagare volontariamente, riducendo così sanzioni e interessi”.