Teatro Machiavelli, Manfredini |mette in scena "Vocazione" - Live Sicilia

Teatro Machiavelli, Manfredini |mette in scena “Vocazione”

Ieri sera l'illustre artista Danio Manfredini a Catania ha portato la sua ultima fatica teatrale. Un'esilarante collage di grandi monologhi teatrali di illustri autori rivisti attraverso la sensibilità dell'autore con un percorso in cui si interroga la dimensione della ‘Vocazione’,

associazione ‘Ingresso Libero’
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CATANIA. Un’attesa alla fine generosamente ripagata. E’ stato successo, infatti, ieri sera lo spettacolo “Vocazione” messo in scena al Piccolo Teatro di Catania con protagonista il sensazionale artista Danio Manfredini. In occasione dell’inaugurazione del cartellone dell’associazione ‘Ingresso Libero’, che torna ad operare al Teatro Machiavelli, il celebre e pluripremiato autore ha scelto Catania per rappresentare la sua ultima fatica teatrale. La storica sede universitaria di Palazzo Sangiuliano, in cui ha sede il Machiavelli, torna vivere, dunque, secondo il progetto della Fondazione Lamberto Puggelli e per volontà del Magnifico Rettore Giacomo Pignataro con le numerose attività promosse da ‘Ingresso Libero’. La kermesse di apertura si è svolta venerdì scorso al ‘Coro di Notte’ dell’ex Monastero dei Benedettini.

Lo spettacolo “Vocazione”, è che caratterizza gli artisti, appunto. Manfredini, da una settimana qui a Catania ha già tenuto un workshop per tutti gli aspiranti giovani artisti, è considerato per la sua formidabile ‘fisicità’ scenica e generosa espressività tra le voci più intense del teatro contemporaneo italiano. E’ Interprete e autore di capolavori assoluti quali Miracolo della rosa (Premio UBU 1989), Tre studi per una crocifissione e Al presente (premio UBU come migliore attore), lavori corali quali Cinema Cielo (premio Ubu come miglior regista) e Il sacro segno dei mostri. Vocazione , già presentato al Santarcangelo Festival 2014 scritto e interpretato dallo stesso autore, insieme all’aiuto di Vincenzo Del Prete, consente l’attraversamento dell’esperienza teatrale come momento culminante di una tensione verso un oltre, spazio di significato e significante, un altro da sé, continuamente reincontrato in una rimeditazione e rimodulazione del se e del rapporto con l’alterità, nello spazio laicamente “mistico” della messinscena.

Per Manfredini l’attore sul palco si ‘denuda’ mettendo in gioco tutto se stesso, la sua intimità, le sue qualità creative, per fare emergere l’invisibile magma delle proprie facoltà espressive, partendo dal corpo inteso come totalità psicofisica di ascolto ed espressione. “Mi apro – ha spiegato Manfredini – a un percorso di lavoro teatrale che verte sul tema dell’attore di teatro e della sua vita. Metto a fuoco questo soggetto in un momento in cui sembra inutile, non necessario, occuparsi di teatro, di arte e di conseguenza dell’attore-autore-regista teatrale, figura che sembra in disuso. Pur accogliendo i progressi della tecnologia e il potenziale che offrono all’arte, ritengo centrale la figura dell’artista nella sua essenza umana scarna. Come il semplice che sta in una frase, in un canto, nella danza va a stagliarsi con il suo senso proprio dove tutto sembra morire. Fosse anche, come si dice, che il teatro è destinato a sparire, ci tocca dare luce al tramonto. Sarebbe comunque un privilegio, glorificare il momento del tramonto, così vicino al buio”

L’associazione “Ingresso Libero”, che ha promosso lo spettacolo, si è avvalso della collaborazione dell’artista milanese Alessandro Rossi, quest’ultimo allievo del maestro Manfredini con il quale ha mosso i primi pass nel mondo del teatro. Rossi, grazie alle sue numerose doti è artisticamente considerato un ibrido. No solo cantautore, la sua formazione è partita dal teatro, ma ha poi attraversato il mondo della danza contemporanea, la poesia, musica classica, la filosofia e le arti marziali e quelle afrobrasiliane. “ Avevo sedici – ha spiegato Rossi – anni quando vidi per la prima volta Manfredini nello spettacolo ‘Miracolo della Rosa’, e ne rimasi folgorato. Da allora diventai suo allievo e iniziò il mio percorso di formazione da lui ho imparato una visione poliedrica dell’essere artista attraverso la scena. Il suo approccio al teatro è molto composito perché prevede la pittura, la sua scultura. Il lavoro sulle maschere, sul corpo, sulla danza, sulla drammaturgia e sulla direzione artistica essendo lui autore e interprete degli spettacoli”.

Il cantautore Alessandro Rossi giovedì 23 ottobre nell’Aula 268 del monastero dei Benedettini sarà protagonista di un incontro-presentazione condotto dal regista Salvo Piro. Nella stessa serata terrà un concerto al Piccolo Teatro.

 


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