AIDONE (ENNA) – Un’emozione che ha travolto il pubblico e lasciato un’impronta profonda nella memoria collettiva. La 19ª edizione di “Tra Mito e Storia… Morgantina Rivive”, andata in scena martedì 5 agosto nell’area archeologica di Morgantina, si è rivelata uno degli appuntamenti più intensi e partecipati nella storia della manifestazione.
Nel 70° anniversario della riscoperta del sito, il progetto – ideato e curato da Cinzia Randazzo, presidente dell’Archeoclub Aidone-Morgantina – ha assunto un significato ancora più potente: un omaggio alla bellezza e al coraggio di chi custodisce la memoria, ma anche un invito a educare e rendere accessibile a tutti il mito fondativo di Kore/Proserpina, nelle sue due versioni – greca e latina.
La performance d’apertura
La serata si è aperta con la performance itinerante “Kore. Il tempo del ritorno”, firmata dalla storica Compagnia Kalòs e diretta dalla giovane e talentuosa Federica Amore. Uno spettacolo che ha condotto il pubblico – numerosissimo, attento, visibilmente commosso – in un viaggio simbolico e immersivo tra parola, paesaggio e visione. Il racconto del mito, nella sua versione greca, ha preso vita tra le rovine sacre di Morgantina, dove il teatro si è fuso con la storia per toccare corde profonde dell’identità collettiva. La regia, sobria ed evocativa, ha saputo trasformare l’antico in qualcosa di presente e pulsante. Alcuni spettatori hanno pianto per l’emozione. Tutti hanno ascoltato in silenzio assoluto.
A seguire, “Il Ratto di Proserpina o l’Inganno di Venere” – opera scritta da Luigi Di Raimo e diretta da Daniele Salvo – ha riportato sulla scena la versione latina del mito, tra Ovidio e Claudiano, in una messa in scena intensa, raffinata, di altissimo livello. Un cast eccezionale ha saputo dare corpo e voce al dramma: Melania Giglio, Barbara Capucci, Francesca Maria, Giancarlo Latina, Marial Bajma Riva, Lorenzo Ficara, Marco Maggio, Massimiliano Serino, Tommaso Quadrella, Giada Lombardo, con la voce narrante del maestro Ugo Pagliai. Alla fine dello spettacolo, un’ovazione lunghissima e spontanea ha attraversato la platea, testimoniando quanto il mito, se raccontato con autenticità, possa ancora scuotere e incantare.
Il ritorno evocativo della Testa della Dea
Nel cuore simbolico dell’evento anche il ritorno evocativo della Testa della Dea, scelta come immagine ufficiale della manifestazione. Attualmente custodita al Museo dell’Arte Salvata di Roma, l’opera è destinata a tornare in Sicilia. Questo “ritorno” – geografico e spirituale – ha rappresentato il filo rosso dell’intera edizione, trasformando la serata in un rito collettivo di memoria, consapevolezza e rinascita.
Ma Morgantina Rivive è molto più di uno spettacolo. È un progetto educativo, divulgativo, inclusivo, multidisciplinare. Ne sono stati protagonisti i giovani dell’I.C. Falcone-Cascino coinvolti nel “Mitico Lab”, gli allievi della Star Light School diretta da Giovanni Minolfi, che ha firmato le coreografie portate in scena da Giorgia Milazzo, Alida Cammarata, Giuseppe Legnosecco e il gruppo intermedio; e i giovani migranti dell’Associazione Don Bosco 2000, che hanno partecipato attivamente come figuranti, testimoniando il valore profondo dell’integrazione attraverso l’arte.
Un intero tessuto di artisti, maestranze, volontari e professionisti – provenienti da numerosi comuni siciliani – ha contribuito a costruire un’edizione straordinaria: più che un evento, un gesto corale di appartenenza. Tutto ha parlato: le luci, la scenografia, il paesaggio, i costumi, il silenzio. Persino il vento della sera.
Archeoclub: “E’ il ritorno di un frammento di noi”
«Non è solo il ritorno di un’opera d’arte – ha detto Cinzia Randazzo, presidente dell’Archeoclub Aidone-Morgantina – ma il ritorno di un frammento di noi stessi, della nostra storia e della nostra anima collettiva. Le Dee ci guardano. E, a volte, ci guidano».
Morgantina, il 5 agosto, è tornata a vivere. E con lei, un’idea di cultura come bene condiviso, come energia viva, come ponte tra radici e futuro. «Voglio davvero ringraziare – continua la presidente Randazzo – chi ha creduto in questo progetto a partire dal Direttore del Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale, Dott. Carmelo Nicotra, per aver concesso il Patrocinio oneroso. Da sempre al fianco dell’Archeoclub Aidone-Morgantina, la mission del direttore Nicotra incontra la nostra volontà di dare nuova linfa ai nostri territori per una crescita costante e una valorizzazione continua. Una strategia di sviluppo che consente al Parco archeologico di Morgantina di guardare sempre più all’internazionalizzazione senza tralasciare il coinvolgimento delle comunità locali».
Nel ringraziare il direttore, la presidente Randazzo estende il suo grazie a tutti i dipendenti e ai custodi del Parco Archeologico per il prezioso lavoro svolto. «Un ringraziamento, inoltre, al Comune di Aidonee alla sindaca Annamaria Raccuglia, per il patrocinio, la disponibilità e collaborazione», aggiunge la presidente che ringrazia anche la Fondazione Marida Correnti, che da anni mette generosamente a disposizione la struttura; il direttore artistico del Barbablù Fest, nella persona di Michele Samonà; il direttore artistico del Barbablù Fest, Michele Samonà; Terzo Millennio, nella persona del direttore Andrea Peria Giaconia, per il supporto logistico di eccellenza.
La presidente Cinzia Randazzo, infine, ringrazia tutto il direttivo dell’Archeoclub per il prezioso lavoro e il supporto che è stato dato. La manifestazione è stata sostenuta da: Gruppo Gangi; Meic Services S.p.A.; Gustibus; Chiazza: attraverso il progetto “Chiazza 4.0” capofilato da Legambiente Piazza Armerina; un ringraziamento anche all’Ecomuseo per il prezioso supporto al laboratorio. E poi grazie all’ Associazione Don Bosco 2000; Travel Sicily; Star Light School; Archeologia Viva.

