Tentano di farsi giustizia da soli | Arrestati quattro cingalesi - Live Sicilia

Tentano di farsi giustizia da soli | Arrestati quattro cingalesi

Hanno sequestrato e picchiato un uomo per vendetta dopo un pestaggio subito domenica sera. Dovranno rispondere di sequestro di persona, minacce gravi e aggravate e lesioni personali.

 

MESSINA – Hanno tentato di farsi giustizia da soli dopo un pestaggio ricevuto domenica scorsa, e così hanno picchiato e sequestrato un uomo. Protagonisti dell’episodio quattro cingalesi, che sono stati arrestati e si trovano ora rinchiusi nel carcere di Messina. Fernando Nalin Prasanna Warnakulasuriya, 39 anni, pregiudicato, Nalaka Sanjeewa Fernando Warnakulasuriya, 39 anni, Sudeema Randeepa Hetti Arachchige, 29, e Damitith Asanka Thamel Warnakulasuriya, 30, dovranno rispondere di sequestro di persona, minacce gravi e aggravate e lesioni personali.

I poliziotti sono intervenuti in via Manzoni, dove un cittadino aveva segnalato al 113 un gruppo di persone che caricava a forza un uomo su un’auto, dopo averlo colpito con calci e pugni. Giunti sul posto i poliziotti hanno immediatamente individuato l’auto segnalata e contemporaneamente hanno sentito delle urla provenire dal cortile di uno stabile nelle vicinanze. All’interno dell’appartamento era in corso una rissa: i quattro trascinavano a forza un loro connazionale, che aveva le mani legate con del nastro da imballaggio.

Stando a quanto riferito dalla vittima, gli arrestati avevano messo in atto una spedizione punitiva. Fernando Nalin Prasanna Warnakulasuriya, infatti, domenica scorsa era stato pestato nel cortile della propria abitazione da alcuni connazionali. L’uomo che ieri sera era stato picchiato e immobilizzato è uno dei componenti del gruppo che aveva aggredito Prasanna. La spedizione punitiva messa in atto dai quattro cingalesi aveva quindi intercettato il loro connazionale all’altezza della rotatoria del viale Giostra e, dopo averlo malmenato, i quattro lo avevano legato e caricato a bordo di un’auto per poi trascinarlo nell’appartamento di via Manzoni, dove avrebbero ‘regolato i conti’.


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