GIBELLINA (TRAPANI) – Il terremoto, le macerie, la lentezza dei soccorsi, poi la vita nelle baracche e una ricostruzione lenta e difficile. Infine l’utopia di Gibellina, la new town rifondata come un museo a cielo aperto, per iniziativa del suo sindaco Ludovico Corrao. Dal terremoto del Belice del 15 gennaio 1968 è passato quasi mezzo secolo. Uno spaccato di storia della Sicilia, che rivive a Gibellina in una mostra fotografica ricca di immagini inedite, frutto di una ricerca lunga un anno negli archivi del Comune trapanese e in quelli dei tanti grandi autori che hanno documentato la drammatica storia del Belice. Fotografi del livello di Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Enzo Brai, Giovanni Chiaramonte, Vittorugo Contino, Guido Guidi, Arno Hammacher, Andrea Jemolo, Mimmo Jodice, Melo Minnella, Sandro Scalia, Silvio Wolf.
La mostra, curata da Arianna Catania, è ospitata al Baglio Di Stefano di Gibellina, sede della fondazione Orestiadi, all’interno delle numerose esposizioni di Gibellina PhotoRoad, festival internazionale di fotografia Open Air. Trentadue mostre, di altrettanti autori provenienti da tutto il mondo, sono esposte, con allestimenti originali, molti dei quali di grande formato, tra i monumenti e le architetture della città-museo. Il festival è visitabile fino al 31 agosto.