PALERMO– La Procura di Palermo ha chiuso l’indagine nei confronti del tunisino Khaled Ounich, fermato a gennaio scorso per istigazione al terrorismo. Invocava la morte in nome di Allah, faceva apologia dello Stato islamico e faceva parte di una organizzazione criminale che gestiva viaggi a bordo di natanti veloci di piccoli gruppi di migranti tra la Tunisia e l’Italia. Sul suo profilo Facebook vennero trovati video e foto che inneggiavano all’Isis, con immagini di decapitazioni. L’avviso di conclusione d’indagine è stato firmato dal pm Gery Ferrara.
L’inchiesta nacque dalla collaborazione con gli inquirenti di un tunisino coinvolto nell’attività della banda. L’uomo decise di parlare per evitare, disse agli inquirenti, che ci si ritrovasse con “un esercito di kamikaze in Italia”, raccontando di essere a conoscenza dell’esistenza di una organizzazione criminale che gestiva un traffico di esseri umani, contrabbandava tabacchi e aiutava ad espatriare soggetti ricercati in Tunisia per reati legati al terrorismo. Gli inquirenti scoprirono anche contatti del tunisino con profili di altri estremisti islamici. Ounich era uno dei cassieri dell’organizzazione e gli inquirenti sospettano che abbia usato il denaro guadagnato coi viaggi nel Canale di Sicilia anche per finanziare attività terroristiche. L’inchiesta è stata chiusa anche per Mongi Ltaief, Aymen Ouafi, Jallali Noureddine, Mohamed El Kouch, Hassen Fadhlaoui, Saber Toumi, Michele Mercurio, Salvatore Sutera, Ahmed Khedr, Anis Beltaief, Aymen Fathali, Taoufik Naoui, Lamjed Ben Kraiem e Chaker Ben Kraiem, accusati a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi lavorati esteri. (ANSA).