Testimoni di giustizia, giornalisti | La Regione assume: ecco come - Live Sicilia

Testimoni di giustizia, giornalisti | La Regione assume: ecco come

Il 23 maggio, in occasione della strage di Capaci, verranno contrattualizzate 35 persone che hanno denunciato i propri estortori. Si aggiungeranno ai 13 già in organico. Nel frattempo, via libera ai nuovi concorsi. Già nel 2016 i bandi potranno coinvolgere 100 aspiranti regionali.

 

 

PALERMO- Tra tre giorni apparirà in Gazzetta ufficiale la nuova legge di stabilità. Da quel momento, la Regione dei ventimila dipendenti potrà tornare ad assumere. A riaprire le porte di un’amministrazione blindata negli ultimi anni. Entro il 2016 i “nuovi” regionali saranno 150. Il numero è il frutto di due distinte decisioni. La prima è quella che segue l’approvazione all’Ars, nell’agosto scorso, della legge che prevede l’estensione ai testimoni di giustizia i benefici previsti per le vittime di mafia. Una legge che consente una deroga all’attuale e tutt’ora vigente blocco delle assunzioni e che ha già, a dire il vero, portato alle prime 13 assunzioni nei primi giorni del 2015. Ma la Finanziaria che giungerà venerdì in Gurs darà il via libera al finanziamento che coprirà anche le nuove assunzioni (saranno 48 alla fine), oltre a prevedere la norma che riapre, dopo tanti anni, ai concorsi.

Il 23 maggio, in occasione della strage di Capaci, saranno 35 i nuovi testimoni di giustizia assunti alla Regione. Si aggiungeranno ai 13 già contrattualizzati. Costeranno complessivamente 890 mila euro l’anno. “Ai fini dell’applicazione dei benefici – si legge nella norma esitata dall’Ars l’estate scorsa – per testimoni di giustizia si intendono i soggetti che assumono rispetto al fatto o ai fatti delittuosi in ordine ai quali rendono le dichiarazioni esclusivamente la qualità di persona offesa dal reato, ovvero di persona informata sui fatti o di testimone, purché nei loro confronti non sia stata disposta una misura di prevenzione, ovvero non sia in corso un procedimento di applicazione della stessa”. La legge approvata dall’Ars poi prevede il principio dell’attendibilità del testimone: “ Le dichiarazioni – si legge infatti – devono avere carattere di intrinseca attendibilità, devono altresì avere carattere di novità o di completezza o per altri elementi devono apparire di notevole importanza per lo sviluppo delle indagini o ai fini del giudizio ovvero per le attività di investigazione sulle connotazioni strutturali, le dotazioni di armi, esplosivi o beni, le articolazioni e i collegamenti interni o internazionali delle organizzazioni criminali di tipo mafioso”.

I primi testimoni di giustizia assunti sono stati “presentati” dal presidente Crocetta alcuni giorni fa a Palazzo d’Orleans. Alcuni sono giunti in conferenza stampa coperti da un passamontagna, visto che l’identità di queste persone è celata per ragioni di sicurezza. Un’immagine, quella del testimone “incappucciato” che ha fatto molto discutere. Nonostante la peculiarità della condizione, però, queste persone saranno presto dei regionali a tutti gli effetti. L’istruttoria verrà curata dal dipartimento Famiglia, mentre la firma del contratto sarà a cura della Funzione pubblica. Un contratto che riguarderà, ovviamente, un dipendente dall’identità “fittizia”. Ovvero il nome e il cognome saranno quelli assegnati ai testimoni dalle istituzioni, per proteggere l’identità originale dai rischi. A quel punto seguirà l’assegnazione. Che sarà il frutto delle indicazione che la Regione riceverà dal Prefetto, dalla polizia, dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. In particolare, bisognerà sapere se il dipendente potrà lavorare in Sicilia, o se dovrà essere assegnato, ad esempio, agli uffici della Regione a Roma. “A quel punto – spiega il dirigente generale della Funzione pubblica Luciana Giammanco – il testimone di giustizia avrà gli stessi diritti e anche gli stessi doveri degli altri dipendenti. Dovrà insomma, come tutti, timbrare il cartellino e rispettare gli orari di lavoro”.

E insieme ai testimoni di giustizia, presto potrebbero giungere altre facce nuove alla Regione. Il “merito” della nuova apertura è di un emendamento presentato in occasione della Finanziaria da Antonello Cracolici. Approvato con un consenso trasversale. Un emendamento piovuto sul contestatissimo articolo 51 della legge di stabilità: quello che prevede la riduzione della pianta organica della Regione e alcuni tagli per i dipendenti (oltre, ad esempio, all’abolizione della cosiddetta “clausola di salvaguardia”) contestatissimo dai sindacati dei regionali che adesso minacciano ricorsi e contenziosi. “L’amministrazione regionale, – si legge nella norma esitata dall’Ars – previa verifica delle proprie esigenze funzionali, a decorrere dall’anno 2016 è autorizzata a bandire concorsi pubblici per il reclutamento di figure professionali munite di diploma di laurea specialistica o magistrale nei limiti del 10 per cento dei soggetti collocati in quiescenza. Nonché, nell’ambito della medesima percentuale e nei limiti dei posti disponibili nelle piante organiche degli uffici stampa, per il reclutamento di operatori dell’informazione professionale e della comunicazione istituzionale iscritti all’ordine dei giornalisti”.

Verrà assunto, quindi, un dipendente ogni 10 regionali che decideranno di andare in pensione. I prepensionamenti sono previsti dall’articolo 52 della legge di stabilità. Solo nel 2016 dovrebbero essere circa mille i dipendenti a lasciare la Regione. L’amministrazione, così, potrebbe trovarsi pronta a mettere a bando cento nuovi posti destinati a laureati. Tra questi, come detto, anche giornalisti. Un modo per colmare il vuoto lasciato dal presidente della Regione all’Ufficio stampa, dopo il licenziamento dei 21 addetti alla comunicazione. Assunti in seguito a una legge regionale su cui la Corte di appello di Palermo, esaminando il ricorso dei due addetti stampa Gregorio Arena e Gioacchino Felice, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, ribadendo che quel l’incarico va considerato un “rapporto di lavoro dipendente”, ma anche il principio che, per accedere alla pubblica amministrazione, non può essere derogato il sistema del concorso pubblico. Concorsi che adesso arrivano. Aprendo a un “ringiovanimento” (così lo ha definito Antonello Cracolici) della macchina amministrativa.

Porte chiuse, invece, tra le polemiche, ad altre 180 persone. Gli ex dipendenti del Coinres non potranno transitare nelle nascenti società regionali per la raccolta dei rifiuti. Sala d’Ercole ha bocciato la norma prevista in Finanziaria, tra le proteste di una parte dell’Aula. La stessa Aula che ha dato il via libera: la Regione torna ad assumere. Tra tre giorni il ritorno dei concorsi sarà legge.


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