CATANIA – “Le camicie rosse del perdono” hanno concluso la serata-evento contro il femminicidio e la violenza di genere, che si è tenuta volutamente dopo la data simbolo del 25 novembre “perché ogni giorni si deve lottare contro il femminicidio e la violenza di genere”.
Le camicie rosse e i pantaloni neri sono state indossati da uomini, giovani e meno giovani, che volontariamente hanno risposto all’invito della direttrice artistica, Liliana Nigro, di sfilare per chiedere simbolicamente perdono per gli uomini che sono responsabili di femminicidio e maltrattamenti nei confronti delle donne. A precederli Vera Squatrito, mamma di Giordana, uccisa a coltellate dal suo ex compagno nel 2013, quando aveva vent’anni. Un momento particolarmente toccante che ha concluso una serata intensa con il confronto tra operatori della giustizia, esponenti del terzo settore, professionisti, rappresentanti istituzionali. Nella seconda edizione di “Ti amo da morire” non sono mancati momenti di spettacolo con i ballerini di “Fuego latino” diretti da Mirco Stefio.
E’ stata anche l’occasione per presentare la neonata associazione “Fuori di testa”, presieduta dall’imprenditrice Gabriela Scibilia, che ha ospitato l’evento al Casale dell’arte di Catania. Sono intervenuti, come relatori: Antonio Oliveri, presidente di Eris Ets; Marisa Scavo, già procuratrice della Repubblica a capo del pool sui reati contro le fasce deboli; Claudia Nolis, coop. Sociale “Integra” di Mascalucia; Roberta Lentini, associazione “Airone” onlus di S. Agata li Battiati; Paolo Giansiracusa, docente e critico d’arte; Vincenzo Di Natale, psicologo e formatore; Emanuela Avola, presidente “Movimento Donna”.
Saluti istituzionali di Sebastiano Anastasi, presidente del Consiglio comunale e di Serena Spoto, assessore comunale ai Servizi sociali e alla Famiglia.
Non bisogna assuefarsi alla violenza; le donne saranno veramente libere quando avranno pieno potere su se stesse; “lo Stato deve occuparsi degli orfani di femminicidio più di quanto faccia per gli assassini” (Vera Squatrito). Questi alcuni dei punti fermi emersi nell’appassionato e qualificato dibattito.

