CATANIA – Da questa settimana sono tornati a svolgere i loro compiti professionali al Teatro Massimo Bellini di Catania, i 28 lavoratori che da quasi un anno protestano perché gli è stato negato un diritto acquisito: un posto di lavoro a tempo indeterminato. Sono tornati a lavoro da precari, quali sono sempre stati, e soltanto per due mesi, febbraio e marzo. Quasi alla fine dell’anno 2014 infatti, dalla Regione Siciliana hanno firmato per la deroga al blocco delle assunzioni al Teatro Massimo Bellini di Catania e i primi di febbraio il Consiglio di amministrazione dell’Ente ha deciso per l’assunzione, peraltro necessaria al funzionamento del teatro stesso, dei lavoratori.
“Il problema è che mancano sia il bilancio regionale che il consuntivo 2014 e il preventivo 2015 dell’Ente per cui non si sa quanti soldi si avranno a disposizione per la gestione del 2015”, spiega il segretario regionale Snalv-Confsal, Antonio Santonocito. Questo significa che si deve fare riferimento all’anno scorso e le cifre a disposizione permettono l’assunzione solo fino a marzo, poi, ad aprile, scadono i termini per la presentazione del bilancio.
L’incertezza sul futuro di questi lavoratori rimane quindi come una spada di Damocle sulla testa di questi lavoratori. All’incertezza legata alla regione, inoltre, va aggiunta quella legata alla gestione dell’Ente, attualmente sprovvisto dei vertici dirigenziali. “Ci sono delle mancanze non indifferenti – afferma Antonio Santonocito – e restiamo sorpresi e rammaricati perché il teatro potrebbe essere uno dei tanti volani della città e invece è lasciato a se stesso. Dovrebbe essere come una macchina pronta a partire al semaforo verde e invece mancano la messa a punto, il pieno e il conducente. Speriamo che nelle prossime settimane si possa dare risposte a queste problematiche. Diversamente avremmo perso, ancora una volta, un’altra occasione di sviluppo e di giustizia sociale lasciando i lavoratori ancora spettatori sconcertati di vicende assurde”, conclude il segretario regionale Snalv-Confsal, Antonio Santonocito.