PALERMO – Dal palazzetto dello Sport, abbandonato da anni e ormai fatiscente, al Diamante, il campo da baseball su cui hanno messo gli occhi perfino alcune società statunitensi ma che oggi non ha nemmeno un impianto di illuminazione funzionante, passando per la piscina olimpica, lo stadio delle Palme e il Velodromo che scontano l’assenza della Gesip e risultano in parte inagibili. Eccoli i più grandi impianti sportivi di Palermo, costati miliardi di lire e finanziati grazie ad alcuni grandi eventi come i Mondiali di calcio del 1990, quelli di ciclismo o le Universiadi del 1997.
Un fiume di soldi arrivato in Sicilia e in particolare a Palermo, i cui frutti però oggi sono sotto gli occhi di tutti e che il mensile “S”, nel nuovo numero in edicola, racconta con foto e video in un viaggio fra monumenti allo spreco divenuti cattedrali nel deserto. E mentre Palazzo delle Aquile prova a correre ai ripari stanziando piccole somme per le opere più urgenti di manutenzione e approvando un progetto milionario per la ristrutturazione del Palasport, nel frattempo la città candidata a capitale europea dello sport nel 2017 fa i conti con sprechi, inefficienze, disservizi e incredibili paradossi. Come quello delle scalinate degli spalti del Velodromo e del Diamante, che oggi risultano inagibili perché troppo strette e quindi pericolose.
“Al Diamante non funziona niente – dice il consigliere comunale Udc Giovanni Lo Cascio – hanno rubato perfino il rame, così che l’impianto di illuminazione è fuori uso. C’è un tosaerba che gli impiegati non possono utilizzare perché è della Gesip, che però è ferma, e così il macchinario resta all’aria aperta a rovinarsi. Palermo costruisce gli impianti e poi li abbandona, come per il Palazzetto dello sport che è divenuto prima un rifugio per i senzatetto e oggi è terra di nessuno. E i soldi stanziati non basteranno a rimetterlo a nuovo”.