MESSINA – Ancora uno scontro tra il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarsoa, e il sindaco della Città Metropolitana di Messina, Cateno De Luca, sul terreno delle ex Province. “Ci siamo trovati in una situazione di crisi delle ex Province siciliane, che non dipendeva dall’attuale governo nazionale, ma ci siamo lo stesso subito attivati per trovare una soluzione sia per i problemi passati per il 2017 e 2018 che per quest’anno”, ha detto a Messina, durante una conferenza stampa, Villarosa. “Il ministro Tria e la Regione Sicilia hanno fatto un accordo per risolvere definitivamente i problemi entro il 30 settembre di quest’anno, garantendo l’equilibrio finanziario corrente – e non le somme in conto capitale come si dice in questo periodo – per tutte le ex Province. Se non abbiamo i dati esatti dei bilanci e di come verranno chiusi nelle Città metropolitane grazie a questa norma, non sappiamo di quante risorse aggiuntive avremo bisogno per risolvere definitivamente questo problema. Sapete tutti le condizioni del bilancio nazionale quindi dobbiamo cercare di agire con le risorse che ci sono”. “A noi – conclude Villarosa – piace risolvere i problemi, ad altri piace fare gli show e lasciamo a loro questo compito. La marcia dei sindaci non ha inciso su queste decisioni: è da gennaio che lavoriamo a questi problemi. Mi chiedo se non avessimo fatto nulla cosa sarebbe accaduto alle ex Province siciliane. E soprattutto mi chiedo cosa sarebbe accaduto se il sindaco metropolitano di Messina, Cateno De Luca, si fosse veramente dimesso mandando in default la Città metropolitana”.
A Villarosa ha risposto De Luca con un lungo comunicato stampa: “Sono consapevole che il sottosegretario Villarosa sia solo un grande esperto dello stato di insolvenza di società finanziarie, ma non può da uomo dello Stato continuare a raccontare corbellerie. Questo suo modo di agire, parlando del dramma delle ex Province con il sorriso in faccia, dimostra irriverenza e totale ignoranza dell’abc dei conti pubblici siciliani – ha affermato -. Tralasciando le chiacchiere che sono un suo marchio di fabbrica, spiego perché è un un bugiardo istituzionale. Innanzitutto sarebbe dignitoso precisare che lo Stato non ha concesso nulla alle ex Province perché i soldi stanziati, 100 milioni di euro, erano già della Sicilia. Lo Stato non ha fatto altro che autorizzare le somme del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) già destinato agli investimenti in Sicilia per fare fronte ad una parte delle spese correnti delle ex province”.
De Luca poi aggiunge: “La quantificazione dei disavanzi delle ex Province Siciliane al 31/12/2018 ammonta a circa 80 milioni di euro e il dato è già stato accertato. Se Villarosa non lo sa, peggio per lui, faccia meno viaggi in Cina e studi di più. Inoltre – continua il sindaco peloritano – lo Stato poteva autorizzare la somma di 350 milioni di euro di Fsc già assegnato alla Sicilia in luogo dei 100 autorizzati per consentire alle ex Province siciliane di poter approvare i bilanci del triennio 2019/2021, mentre, con questa soluzione, forse si potrà approvare solo il 2019. Aggiungo che tutti gli investimenti per la messa in sicurezza delle opere pubbliche (strade – scuole – ponti ) già finanziate alle ex Province siciliane non potranno essere avviati perché con questa soluzione forse si approverà solo il bilancio del 2019, mentre servono ora anche i bilanci del 2020 e 2021 per un’elementare regola di contabilità pubblica evidentemente ignorata dal Villarosa”.
“Infine – ha concluso De Luca – lo Stato poteva restituire alle ex Province siciliane circa 150 milioni di euro prelevati in più con il ‘prelievo forzoso’ negli anni 2016 – 2017 – 2018 rispetto alle ex Province delle Regione a Statuto Ordinario. Ma a Villarosa ciò non importa, perché lui non è siciliano ma spagnolo..pardon, di Barcellona. Bastava autorizzare ora 150 Milioni per il 2019, 100 per il 2020 e 100 per il 2021 sempre delle somme Fsc della Sicilia, in modo da poter chiudere la pratica dei bilanci triennali delle ex Province siciliane. Così invece, caro Alessio, lo Stato ci ha dato la mancetta di 100 milioni di euro per il 2019, prelevandola dalle nostre tasche. Con questa soluzione i lavoratori precari delle ex province rimarranno ancora tali, senza una concreta prospettiva. Con il bilancio triennale approvato avremmo potuto avviare le stabilizzazione anche con qualche eventuale modifica normativa. Anche a nome dei precari Vi ringraziamo”.